(di Patrizia Antonini)
(ANSA) - BRUXELLES, 7 OTT - L'Ue si prepara a sferrare un'offensiva sui rimpatri dei migranti economici, mentre l'operazione EunavFor Med si trasforma in operazione Sofia e avvia la fase due per dare la caccia agli scafisti, con abbordaggi nelle acque internazionali, di fronte alla Libia. E venerdì - annuncia il ministro dell'Interno Angelino Alfano - un primo contingente di 27 eritrei prenderà il volo dall'aeroporto di Ciampino con destinazione Svezia, per i primi ricollocamenti.
Intanto alla plenaria dell'Europarlamento a Strasburgo, Angela Merkel dice addio al regolamento di Dublino. "E' stato ormai superato. Mi impegno a lavorare ad nuova procedura che ottemperi a equità e solidarietà", avverte la cancelliera. Al suo fianco Francois Hollande invita a "non lasciare sole Italia e Grecia" e spalleggia la leader tedesca: "Ha ragione Merkel. Non possiamo chiedere ai Paesi alle frontiere dell'Europa di pagare per tutti. Sarebbe ingiusto e insopportabile".
Ma se il consiglio Affari interni Ue di domani non sarà ancora il tavolo a cui si cercherà di stringere sul meccanismo permanente di crisi per i ricollocamenti (che porta al superamento di Dublino. Sul dossier è previsto solo un punto informativo) i 17 paragrafi della bozza delle conclusioni sono tutti dedicati al rafforzamento del sistema dei rimpatri. "Ben venga un'iniziativa dell'Ue" sulla condivisione della gestione delle politiche di rimpatrio. "Noi l'abbiamo sollecitata per primi", dichiara il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Mentre il capo del Viminale avverte: "la politica dei rimpatri sarà la prossima battaglia. Se funzionerà avremo dato una risposta seria ed effettiva". Nel documento che dovrebbe essere approvato dalla riunione dei ministri Ue viene fatto riferimento al piano d'azione e al manuale di buone pratiche su identificazioni e registrazioni pubblicati dalla Commissione Ue il 9 settembre. Vi si prevede anche la detenzione dei migranti illegali in attesa di partire.
Ma tra gli elementi di novità della bozza spiccano "sostanziali finanziamenti" dai fondi comunitari per migrazione e sicurezza delle frontiere "a quei Paesi che prevedono oltre 800milioni di euro" per eseguire le espulsioni. Larga parte dell'impegno sarà coperto da soldi Ue. Per il periodo 2014-2020 sono stati previsti 4,4 miliardi per le politiche di asilo e gestione delle frontiere. Soldi che saranno allocati direttamente agli Stati. I principali beneficiari saranno Italia, Grecia, Francia e Spagna.
Fondamentale è anche la sottolineatura dell'articolo 13 dell'accordo di Cotonou, che tiene tutti gli Stati partecipanti a riammettere i propri cittadini "senza ulteriori formalità". Si punta alla sua applicazione, anche introducendo il principio di condizionalità del "più aiuti per più progressi": soldi per lo sviluppo in base alla buona volontà sulle riammissioni. Secondo indiscrezioni del Times - smentite dalla Commissione Ue e dalle diplomazie europee - sarebbero 400mila i rimpatri che saranno eseguiti nelle prossime settimane. In realtà spiega il portavoce dell'esecutivo Ue Margaritis Schinas, "dipenderà da come gli Stati membri applicheranno le regole".
Per avere un'idea reale della situazione: i dati Eurostat rivelano che nel 2014 sono stati 470mila gli ordini di espulsione. Di questi, solo il 40% (circa 188mila) quelli eseguiti. Per il 2014 Eurostat registra 192.445 rimpatri condotti in Ue (gli ordini di espulsione possono essere anche di anni precedenti). Le richieste di asilo rigettate definitivamente (in appello) nel 2014 sono state oltre 108mila.
Le richieste che hanno visto risposta negativa in prima istanza da gennaio a giugno 2015 sono state quasi 130mila (ma possono andare in appello). (ANSA).