Una vicenda, raccontata al Sinodo e davanti al Papa durante il dibattito generale che si è soffermato su una delle questioni più discusse, quella della comunione ai divorziati risposati, ha commosso molti dei partecipanti all'assemblea in Vaticano. Un padre sinodale, con un intervento - è stato riferito - "molto emotivo", ha raccontato di un bambino che faceva la prima comunione nella sua diocesi e i cui genitori erano entrambi divorziati e risposati e non potevano prendere l'eucaristia.
L'intervento, riferito nel briefing senza citarne l'autore, ha voluto sottolineare quanto nella Chiesa sia sentito il problema delle persone unite in seconde nozze e che sono tenute lontane dai sacramenti. Le congregazioni generali di ieri pomeriggio e di questa mattina, affrontando la terza parte dell'Instrumentum Laboris, hanno toccato in molti interventi proprio la questione della comunione ai risposati, ma con visioni di impostazione diversa.
C'è chi ha parlato della "via penitenziale" per la riammissione ai sacramenti, chi del "cammino di discernimento", valutando le situazioni caso per caso e limitando la riammissione a casi particolarmente significativi. Vari vescovi, comunque, hanno ribadito la disciplina attuale, che non prevede che chi vive una seconda unione possa avvicinarsi ai sacramenti.
Un bambino commuove il Sinodo: "Spezzò ostia e la diede a genitori risposati"
Racconto commuove assemblea, ma padri sinodali divisi sul tema