Ogni giorno perdiamo più di 70 elefanti e circa 200mila squali. Ogni settimana quasi 3 tigri e 20 rinoceronti. A questi si aggiungono, in Italia, più di 400 lupi che vengono uccisi con armi da fuoco, trappole e veleni. A tracciare un bilancio del bracconaggio è il Wwf, che oggi lancia la campagna #diamovoce contro il crimine ambientale che più colpisce gli animali e che produce un business di oltre 23 miliardi di dollari l'anno.
Secondo l'ultimo Indice del 'Pianeta Vivente' elaborato dal Wwf con la Zoological Society di Londra, in 40 anni a causa del bracconaggio il Pianeta ha perso il 52% delle popolazioni di numerose specie di vertebrati. Ogni anno migliaia di rinoceronti, tigri, elefanti, gorilla e altri animali vengono massacrati in tutto il mondo per rivendere le loro pelli, le ossa, la carne e persino il sangue. Dal 1970 ad oggi le tigri sono crollate da 38.000 a 3.200 esemplari.
Anche il simbolo per eccellenza dell'Africa, il leone, sopravvive con forse non più 20mila esemplari su un territorio ridotto all'8% di quello originale. Sono 1.215 i rinoceronti uccisi nel 2014 in Sudafrica, e per il 2015 il bilancio sembra essere più duro, mentre in Tanzania in 5 anni è stato sterminato il 60% della popolazione di elefanti. E ancora, nei mari del mondo ogni anno vengono uccisi da 67 a 273 milioni di squali, e in Amazzonia restano appena tremila esemplari di pappagalli della specie Ara giacinto, decimata a causa del collezionismo.
Il giro di affari illegale che ruota intorno al traffico di fauna selvatica è di oltre 23 miliardi di dollari l'anno. Si va dai 3.000 dollari al kg dell'avorio ai 120mila dollari al kg del corno di rinoceronte. E il bracconaggio, sottolinea il Wwf citando l'ultima indagine dell'Interpol, è anche un business che alimenta il traffico di droga, il terrorismo e le guerre.