Far esplodere Roma per vendicare la lotta combattuta dall'Ue e dagli Stati Uniti all'Isis: è una delle convinzioni espresse da un cittadino marocchino da tempo residente a Monselice espulso per motivi di prevenzione del terrorismo con un provvedimento firmato dal ministro dell'Interno Angelino Alfano. "Ho deciso la sua espulsione - ha spiegato il ministro - perché, da quanto rilevato dai Carabinieri e valutato dal Comitato di analisi strategica antiterrorismo, il soggetto in questione manifestava la volontà di commettere azioni terroristiche e l'intenzione di andare nelle zone di conflitto in Siria". Il provvedimento a carico di Adil Bamaarouf è stato eseguito dai carabinieri del Ros e poi personale della polizia di Stato lo ha accompagnato all'aeroporto Malpensa per l'imbarco su un volo diretto in Marocco. "Il nostro lavoro di prevenzione prosegue senza sosta - ha commentato Alfano - Con questo, sono 65 i soggetti espulsi e rimpatriati". Bamaarouf è finito al centro dell'attività svolta dal Ros per il contrasto del radicalismo di matrice confessionale e una serie di accertamenti hanno permesso di delineare un quadro che ha portato al suo allontanamento dall'Italia. Secondo quanto emerso dall'attività investigativa, il cittadino marocchino, in più esternazioni, aveva manifestato la sua contrarietà alla lotta al terrorismo islamico messa in campo dall'Occidente. Avrebbe detto di sentirsi offeso "poiché sia l'Unione Europea sia gli Stati Uniti stanno combattendo gli appartenenti al Isis". Una offesa che avrebbe dovuto portare a un gesto clamoroso: "per questo era intenzionato - è detto negli atti dei carabinieri - a vendicare il mondo arabo per le iniziative intraprese da questi paesi - asserendo di far esplodere la città di Roma - luogo da dove deve iniziare l'Islam...". Nelle sue parole, verificate dagli investigatori, anche il sentirsi oppresso ed offeso per le iniziative contro gli appartenenti alla religione musulmana da parte dei cristiani ed ebrei. Tanto che, dalle indagini risulta che lo stesso Bamaarouf sarebbe stato intenzionato a lasciare l'Italia e, attraverso la Turchia, raggiungere i combattenti 'mujaheddin' impegnati nelle zone di guerra in medio Oriente. E' risultato anche che per un breve periodo aveva frequentato con regolarità l'associazione culturale islamica locale, dalla quale però era stato allontanato. Non erano state condivise e apprezzate le sue esternazioni riguardanti un credo volto alla totale chiusura verso il mondo occidentale. All'associazione si era anche proposto prima come educatore di Corano e di arabo ai bambini e poi come imam. Le indagini, adesso, si spostano anche sulla verifica del materiale informatico sequestrato nel corso di una perquisizione a carico dell'espulso, disposta dall'autorità giudiziaria di Venezia. Preoccupazione è stata espressa dal sindaco Francesco Lughi: "Monselice è un paesino piccolo a sud di Padova, non è una banlieue o la periferia di una grande città. Purtroppo, questo significa che nessuno è al sicuro e bisogno restare con gli occhi aperti ovunque".
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