Non una lacrima, ma tanto dolore. Un "dolore necessario", da affrontare "tutti insieme".
E allora eccole, quelle parole. "L'ultima foto che abbiamo di Giulio è del 15 gennaio, il giorno del suo compleanno - dice Paola - , quella in cui lui ha il maglione verde e la camicia rossa. Non si vede, ma davanti a lui c'è un piatto di pesce e intorno gli amici, perché Giulio amava divertirsi. Il suo era un viso sorridente, con uno sguardo aperto. E' un'immagine felice". Poi ce un'altra immagine. Quella che "con dolore io e Claudio cerchiamo di sovrapporre a quella in cui era felice", quella all'obitorio. "L'Egitto ci ha restituito un volto completamente diverso. Al posto di quel viso solare e aperto c'è un viso piccolo piccolo piccolo, non vi dico cosa gli hanno fatto. Su quel viso ho visto tutto il male del mondo e mi sono chiesta perché tutto il male del mondo si è riversato su di lui". Nessuno parla, Paola prosegue nel silenzio. "All'obitorio, l'unica cosa che ho ritrovato di quel suo viso felice è il naso. Lo ho riconosciuto soltanto dalla punta del naso". La madre di Giulio non piange. Non ci riesce. "Io che piango sentendo le canzoni romantiche, i funerali e pure per i disegni dei bambini, finora ho pianto pochissimo. Per Giulio non riesco a piangere, ho un blocco totale e forse riuscirò a sbloccarmi solo quando riuscirò a capire cosa è successo a Giulio". Le chiedono quale sia la cosa che le fa più male. "Pensare a quando lui avrà cercato in tutti i modi di far capire chi era, parlando in arabo, in inglese, in italiano, in spagnolo, in tedesco, magari anche nel dialetto del Cairo, e niente e successo. Poi mi capita di vedere i suoi occhi, quei suoi occhi felici, che dicono 'ma cosa sta succedendo, non può accadere a me'. E ancora, lo immagino quando, alla fine, capisce che quella porta non si aprirà più, perché lui aveva tutte le chiavi cognitive, linguistiche, e storiche per capire cosa stava accadendo". In questi due mesi, dice ancora Paola, ci sono stati "momenti di rabbia", ma soprattutto "di gran dispiacere": per non avere più Giulio. Che è una cosa che "ha cambiato la vita a noi, ma anche a sua sorella. E a Fiumicello. E a molti altri. Una cosa così - conclude cercando gli sguardi di tutta la sala - cambia la vita a tutti, sapete?".
Regeni: la madre, sul viso di Giulio ho visto il male del mondo
Nelle parole del padre e della madre il percorso che ha portato Giulio in Egitto. Se il 5 aprile sarà una giornata vuota confidiamo in una risposta forte del nostro Governo. Manconi, richiamare ambasciatore per consultazioni