Migliaia di sfollati tra Lazio e Marche dopo il sisma che ha devastato l'area. I soccorritori hanno allestito in fretta e furia centri di accoglienza per la notte.
Le tende verranno montate solo domattina. Ma i vecchi brontolano: non vogliono allontanarsi dalle loro case e dalla loro vita. Chi può mette al riparo mobili, elettrodomestici, e qualsiasi cosa sia stata risparmiata dal sisma. Ma si dormirà fuori, alla peggio nelle auto parcheggiate sui prati. Un gruppetto di diciottenni ha scelto di ripararsi in una giostra per ragazzini: "L'importante è che stiamo tutti insieme, questa è casa nostra", dicono tra rabbia e commozione. Temono anche loro "un'altra schicchera", una nuova scossa violenta. E non vogliono muoversi dalla giostra. Tra i più anziani quello che fa più terrore è un'altra minaccia, il crollo della vicina diga di Scaldarello. Il terremoto, che qui è stato apocalittico, li ha scioccati: "Mai vista una cosa del genere in oltre cinquant'anni". In quasi tutte le frazioni dell'area le strade sono deserte. Famiglie in lacrime caricano i bagagli in auto e vanno dai parenti a Roma, Firenze, Ancona, o se possibile ancora più lontano. Tutto intorno scende il silenzio, e la paura domina i cuori di migliaia di persone.
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