Stella, Roberto, Maur, Suor Mariana e Carlo. Storie simbolo della tragedia del terremoto che ha colpito il centro Italia il 24 agosto.
Sono quelle di una mamma che, quella notte, ha stretto forte i suoi bambini e cercato mdi trovare le parole per preservarli, comunque, dall'orrore.
Un uomo che, uscito dalle macerie e coperto con la bandiera italiana, nonostante abbia perso sua madre quella notte giura di non voler dimenticare nulla, soprattutto il cuore dimostrato dalla gente di Amatrice e dai soccorritori.
E ancora il vgile del fuoco che ha estratto dalle macerie la piccola Giulia e che spiega che la sua emozione è stata simile "a quando prendi in braccio un figlio per la prima volta".
Suor Mariana che si fa poche domande sul disegno per il quale è riuscita a sopravvivere e semplicemente dice di volersi impegnare a vivere perché questo è quel che mi è stato concesso".
Poi c'è Carlo: non ha mai smesso di pensare agli altri. Dalla notte del 24 agosto, quando la scossa delle 3.36 gli ha strappato i figli, Anna di 21 anni e Franco di 23, non si è fermato un attimo. Ha continuato a fare quello che faceva da una vita, il suo mestiere: il soccorritore.
Un mese dopo ecco come raccontano quella esperienza.
STELLA, DICEVO AI BAMBINI CHE I MORTI DORMIVANO
ROBERTO, NON VOGLIO DIMENTICARE NULLA
MAURO, NON VOLEVO PIU' LASCIARE GIULIA
SUOR MARIANA, LA VITA E' UN DONO, GUARDARE AVANTI
CARLO, L'INFERMIERE CHE HA PERSO I FIGLI E IL SUO CONTINUO IMPEGNO PER AIUTARE GLI ALTRI
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