Alla fine hanno vinto le barricate. Le dodici profughe che inizialmente erano state destinate dalla prefettura di Ferrara all'ostello di Gorino sono state destinate altrove e il piccolo paese di pescatori del Delta del Po non ospiterà, almeno per il momento, nessun migrante. La situazione è infatti degenerata ieri sera quando l'unica strada che collega, via terra, Gorino al resto del mondo è stata invasa da alcune centinaia di persone, che si opponevano al provvedimento del prefetto Michele Tortora di requisire l'ostello dentro al quale c'è l'unico bar del paese, per ospitarvi un gruppo di rifugiati. Rappresentanti delle istituzioni e carabinieri hanno cercato una mediazione, ma i manifestanti non hanno sentito ragioni.
Le dodici donne, una delle quali incinta, sono state quindi sistemate provvisoriamente in altre strutture di comuni limitrofi. Una vicenda "molto difficile da giudicare" l'ha definita il premier Matteo Renzi, perché "da un lato c'è un atteggiamento di comprensione anche se non di condivisione verso una parte della popolazione che è molto stanca", dall'altra un caso che riguarda dodici donne. La provvisorietà è poi diventata definitiva, quando, in mattinata, il prefetto ha annunciato che la decisione era rientrata. "L'ipotesi di ospitare dei profughi a Gorino - ha detto - non è più in agenda. Ha prevalso la tranquillità dell'ordine pubblico, non potevamo certo manganellare le persone. Questo fenomeno o si gestisce insieme con buon senso oppure non si gestisce". Una decisione delicata, assunta con la consapevolezza che il cedimento alle barricate antiprofughi corra il rischio di creare un precedente con evidente rischio di emulazione. "Se è stata una sconfitta dello Stato? Di certo non è stata una vittoria". E poi, a chi chiedeva al prefetto se la decisione fosse stata condivisa con il Viminale, un lungo silenzio, seguito da un conciso e sofferto "chiedete al Viminale".
Dal titolare del Viminale le parole che sono arrivate sono state di dura condanna nei confronti della eclatante protesta dei cittadini di Gorino. "Di fronte a 12 donne, delle quali una incinta - ha detto il ministro Angelino Alfano - organizzare blocchi stradali non fa onore al nostro Paese. Poi certo tutto può essere gestito meglio, possiamo trovare tutte le scuse che vogliamo, ma quella non è Italia". Ma anche dal prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento Immigrazione del ministero dell'Interno, sono arrivate parole che non lasciano spazio all'interpretazione. "Mi vergogno molto - ha detto - di quello che è successo nel ferrarese, credo si debbano vergognare quelle persone che hanno impedito la sistemazione di donne". A Gorino i manifestanti hanno mantenuto simbolicamente il presidio attivo fino al pomeriggio, fino a che hanno ricevuto dal sindaco di Goro, Diego Viviani, l'assicurazione che nell'ostello del paese non sarebbero stati ospitati dei migranti. Ma la clamorosa protesta degli abitanti del paese del Delta del Po ha alimentato il dibattito. Matteo Salvini, leader della Lega Nord, si è schierato al fianco dei manifestanti: "io sto con i cittadini di Gorino". Contro chi ha alzato le barricate si è praticamente schierato tutto il Pd, ma anche la diocesi di Ferrara si è scagliata contro il paese che non ha accolto dodici migranti, dicendosi "vicina a coloro, donne e bambini in particolare, che hanno vissuto sul nostro territorio una notte così difficile e ostile, che ripugna alla coscienza cristiana".
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