La diffamazione su Facebook non può essere equiparata a quella sulla stampa anche se raggiunge potenzialmente un pubblico più vasto. Lo ha sancito la quinta sezione della Corte di Cassazione - sentenza 4873/17 - respingendo il ricorso del procuratore della Repubblica di Imperia che aveva impugnato per "abnormità" l'ordinanza con cui il gip aveva riqualificato un fascicolo relativo agli "apprezzamenti" via Facebook pubblicati da un imputato catanese di 60 anni nei confronti di un terzo, fatto avvenuto a Diano Marina nell'estate del 2013.
Cassazione: "Su Facebook diffamazione attenuata"
Sconto a un catanese, non si applica legge sulla stampa