Con oltre 53 mila eventi sismici rilevati dalla Rete Sismica Nazionale, compreso il terremoto più forte in Italia da quello dell'Irpinia del 1980, il 2016 è stato un 'annus horribilis' per i terremoti in Italia. E' quanto rileva l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, secondo cui "rispetto agli anni precedenti il numero di terremoti è sensibilmente aumentato, con eventi più che raddoppiati rispetto al 2014 e più che triplicati rispetto al 2015" in grandissima parte a causa della sequenza di Amatrice, Norcia, Visso.
Se la sismicità del 2014 e quella del 2015 sono state caratterizzate da numerose sequenze sismiche anche importanti come quella nel bacino di Gubbio, la "causa dell'elevato numero di terremoti del 2016 - spiega all'ANSA Concetta Nostro, ricercatrice dell'Ingv - è dovuto in grandissima parte alla sequenza sismica in Italia centrale iniziata il 24 agosto con un terremoto di magnitudo 6.0 localizzato in provincia di Rieti e proseguita con altri eventi di magnitudo al di sopra di 5,0 e soprattutto con il terremoto di magnitudo 6,5 del 30 ottobre, il più forte mai registrato dalla Rete Sismica Nazionale in funzione dai primi anni Ottanta". Prima del 24 agosto, la sismicità italiana ha rispecchiato l' andamento degli ultimi anni e in particolare degli ultimi mesi del 2015, con circa 40 scosse al giorno in tutta Italia. Ma la sequenza in Italia centrale cominciata a fine agosto ha portato questa media giornaliera a circa 300, e in alcune giornate oltre 600, e quella complessiva del 2016 a 145 scosse al giorno. La maggior parte dei terremoti ha avuto una magnitudo inferiore a 2.0: oltre 42.000 eventi. I terremoti con magnitudo uguale o superiore a 2.5 - quelli per i quali l'Ingv effettua una comunicazione al Dipartimento della Protezione Civile - sono stati ben 3.400 nel 2016, circa cinque volte quelli del 2015. Gli eventi di magnitudo maggiore di 5.0 sono stati invece in tutto sei, 2 dei quali maggiori o uguali a 6.0. In questi primi due mesi del 2017, infine, la sequenza sismica dell'Italia centrale è continuata, con alcuni terremoti di magnitudo uguale o di poco superiore a 4.0 intorno all'inizio di febbraio. "La sequenza - spiega infine l'esperta dell'Ingv - è destinata a durare ancora per un po' perché non si può certo spegnere improvvisamente dopo eventi come quelli che si sono verificati l'anno scorso. Dopo il terremoto dell'Irpinia, le scosse continuarono per altri due anni".
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