Sono state 8.480 nel periodo tra gennaio e settembre 2017 le denunce per stalking, di cui oltre il 72% in danno di donne, in calo del 15,76% rispetto alle 10.067 nello stesso periodo del 2016; i maltrattamenti in famiglia (di cui circa il 79 % in danno delle donne) sono stati 9.818 a fronte di 10.876 nello stesso periodo del 2016 (- 9,73 %); le violenze sessuali (di cui oltre il 90% in danno delle donne) 3.059 a fronte di 3.095 nello stesso periodo del 2106 (- 1,16 %). Si tratta di quelli che la Polizia considera 'reati spia' e "indici importanti di un rapporto uomo-donna malato, che può pericolosamente degenerare".
Sono tutti in leggera flessione che, se da un lato può essere il segno di un miglioramento in materia di discriminazioni di genere, dall'altro la riduzione delle denunce potrebbe nascondere un sommerso di angoscia e solitudine. A sostegno delle donne, per incoraggiarle a parlarne, la Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato ha attivato il progetto Camper, con un team multidisciplinari di funzionari di polizia, medici, psicologi, rappresentanti di centri antiviolenza e ad altre istituzioni e associazioni impegnate su questi temi.
La campagna, nel corso di un anno, ha portato ad oltre 45.000 contatti che in 450 casi si sono tradotti in segnalazioni all'autorità giudiziaria. Inoltre, da un punto di vista strettamente operativo, in tutte le Questure d'Italia è stato adottato dall'inizio dell'anno il protocollo E.V.A. (Esame delle Violenze Agite), che codifica le modalità di intervento nei casi di liti in famiglia e consente di inserire nella banca dati delle forze di polizia - indipendentemente dalla proposizione di una denuncia o querela - una serie di informazioni utili a ricostruire tutti gli episodi di violenza domestica che hanno coinvolto un nucleo familiare. Il protocollo E.V.A. ha consentito finora di gestire ed analizzare 3.607 segnalazioni portando in 62 casi all'arresto in flagranza ed in 104 casi alla denuncia.
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