Cronaca

L'oste che uccise il ladro, emozionato ma non festeggio

Sono ancora a processo, speriamo giudice tenga conto nuova legge

Redazione Ansa

"Sono molto emozionato per il fatto che, finalmente, è stata varata questa nuova legge sulla legittima difesa ma non festeggerò". A dirlo è uno dei 'testimonial' del provvedimento Mario Cattaneo, l'oste e tabaccaio che sparò e uccise il 10 marzo 2017, Petre Ungureanu, romeno, 32 anni, che con altri tre complici si era introdotto di notte nel suo locale, l'Osteria Dei Amis, per cercare di portar via qualche spicciolo e stecche di sigarette.

"Non farò festa - ha spiegato Cattaneo - perché il processo che ho in corso, imputato di eccesso colposo di legittima difesa non è ancora finito. Quindi, per mesi, dovrò ancora sperare che il giudice, alla fine, valuti e decida anche alla luce di questa nuova normativa sebbene i fatti che mi riguardano siano avvenuti prima".

Era a Roma, ieri, Mario. Ci è andato in treno. Da Milano Centrale a Roma Termini e poi, a piedi, dritto in Senato. Non era solo. Con lui, infatti, c'era Elisabetta Aldrovandi, presidente dell'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime che a Roma ha condotto, con Mario, anche altre persone colpite da tragedie analoghe: Francesco Sicignano, Graziano Stacchio, Franco Birolo e Maurizio Boni. Tutti, però sono tornati a casa nel pomeriggio avendo appreso dello slittamento dell'approvazione della nuova legge al giorno dopo. Ha voglia di parlare Mario. Della sua vita così tanto cambiata da quel 10 marzo di 2 anni fa in poi. "Niente è più uguale, per me, da allora. La notte mi sveglio spesso, mia moglie la devo rassicurare continuamente, nella mia casa ho cambiato tutte le porte, sistemi di allarme e telecamere. Sono già 'fuori' del doppio, in quanto a spese legali, rispetto a quanto mi ha riconosciuto Regione Lombardia, atto, peraltro, di cui ringrazio sempre. Spero in un miracolo: perché la mia famiglia ce la possa fare a uscire dall'incubo. E senza strascichi".

"Sono credente, cattolico praticante. Prego spesso - aggiunge -. Per noi ma anche per il ragazzo rimasto ucciso. Quando ho incontrato, lo scorso anno, il Pontefice mi sono sentito dire: Ti conosco, ti seguo, prego per te. Spero Dio ascolti le nostre preghiere".

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