D'ANTONA: 130 PASSI VERSO LA MORTE /ANSA
(ANSA) - ROMA, 20 MAG - Mancano pochi minuti alle 8,30: come
ogni mattina, Massimo D'Antona, è uscito dalla sua abitazione
al quinto piano di un elegante palazzo in via Salaria, all'
angolo con via Po, nella quale viveva da almeno 25 anni con la
moglie Olga e la figlia Valentina di 24 anni.
Ore 8,30: Diretto verso il suo studio in via Bergamo,
lasciandosi alle spalle via Po, D'Antona ha camminato per meno
di due minuti lungo via Salaria sul marciapiede di sinistra in
direzione di piazza Fiume.
Basento e subito dopo quello con via Adda. Su quel lato della
strada una decina di metri dopo, vicino ad un cartellone
pubblicitario, e' parcheggiato un furgone Nissan, targato
Varese, con i vetri della parte posteriore coperti da una
pellicola bianca.
All' interno sono nascosti gli attentatori, che indossano
entrambi cappellini da baseball e giacche chiare tipo K-way. I
sicari, alti circa un metro e 80, a viso scoperto, escono dal
furgone e sorprendono alle spalle l' esperto di diritto. Un
killer che impugna una calibro 38 fa fuoco tre volte. La
vittima, prova un disperato tentativo di difesa coprendosi il
torace con le braccia. Poi si accascia scivolando lentamente
lungo muro. Con il petto squarciato dalle pallottole all'
altezza del cuore e nella zona lombare destra, chiede aiuto con
voce flebile ad un giovane passante. (SEGUE).
KHZ
20-MAG-99 19:47 NNNN
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D'ANTONA: 130 PASSI VERSO LA MORTE /ANSA (2)
(ANSA) - ROMA, 20 MAG - D' Antona ha fatto si' e no 130 passi
da casa, all'incirca un centinaio di metri, prima di andare
incontro al suo destino. L' assassino rimette il revolver nei
pantaloni ed insieme al complice volta le spalle alla vittima. I
due si dirigono, secondo alcune testimonianze, ''a passo
svelto'' verso via Adda.
Ore 8,35: arrivano in via Salaria a sirene spiegate una
ambulanza, chiamata da un passante con il telefono cellulare, ed
alcune volanti della polizia. Le condizioni di D'Antona sono
disperate. Per circa 40 minuti i medici del Policlinico Umberto
I, dove viene portato, fanno il possibile per rianimarlo, ma e'
tutto inutile. Intorno alle 9,30 il professore muore.
Gli investigatori hanno trovato le tre ogive dei proiettili
vicino alle sue borse. Il furgone Nissan targato Varese era
stato rubato il 29 aprile scorso nella zona di Porta Portese.
Sull' altro marciapiede in via Salaria e' stato lasciato un Fiat
''Ducato'', anche questo rubato l' 8 maggio scorso a
Montespaccato, alla periferia di Roma. Cosi' forse si voleva
nascondere l'agguato ad eventuali testimoni. Una commerciante,
testimone oculare dell'omicidio, racconta alla polizia di avere
sentito ''come dei colpi sordi che sembravano l'esplosione di
miccette''. Forse la calibro 38 aveva il silenziatore. In via
Salaria si precipitano magistrati e investigatori: la zona viene
passata al setaccio alla ricerca di indizi. (ANSA).
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