È legale coltivare in casa la cannabis, ma solo a precise condizioni. La decisione della Cassazione ha suscitato aspre polemiche, ma la Suprema Corte ha fissato i paletti del suo via libera. Avere piantine di cannabis non è reato, ad esempio, se si tratta di minime quantità, se sono destinate esclusivamente all'uso personale, se la coltivazione è fatta con tecniche 'rudimentali', cioè senza fertilizzanti nè irrigazione.
Sono molti i 'paletti' che la Cassazione ha messo nella massima di diritto - la sentenza ancora non è stata depositata - sulla 'depenalizzazione' della coltivazione domestica di piante stupefacenti, resa nota ieri, ma nonostante ciò prosegue il coro di proteste del centrodestra e della parte più proibizionista dell'associazionismo sociale. Per il Family day, così "si inventa un diritto a drogarsi che non ha alcun fondamento giuridico e alimenta una cultura dello sballo che oltre a minare l'integrità psicofisica dei giovani, è fra le maggiori cause di incidenti stradali mortali".
Sulla stessa scia anche il Moige, "seriamente preoccupato per il messaggio devastante ai giovani: con questa legalizzazione si avrà certamente un aumento dei consumi ed un calo di percezione della pericolosità di questa droga". Dalla comunità di San Patrignano pronosticano che il verdetto "inciderà negativamente sull'educazione dei minori che cresceranno nella convinzione che l'utilizzo di cannabis sia innocuo e socialmente condiviso".
Tuttavia gli 'ermellini', in attesa che il Parlamento faccia una legge che fissi quantitativamente le regole sul possesso e la vendita della cannabis, sono stati a ben guardare molto poco 'permissivi'. Hanno infatti sottolineato che lo stupefacente 'homemade' - può anche non trattarsi di sola cannabis - deve essere di "modestissimo quantitativo", coltivato con "rudimentali tecniche" per cui sono al bando fertilizzanti e impianti di irrigazione, pure così comuni su terrazzi e balconi. Il consumo delle piantine, qualora crescano senza 'aiutini', poi è riservato al solo "coltivatore" diretto, è il caso di dirlo, con esclusione di eventuali conviventi e gruppi di amici.
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