"Se una malattia ha il 3% di mortalità ed è molto diffusa, è una catastrofe. La Spagnola nel 1918 ha avuto il 2% di mortalità. Ai seimila casi diagnosticati bisognerebbe aggiungere come minimo uno zero. Non abbiamo farmaci, non abbiamo vaccini". Il professor Roberto Burioni è intervenuto sul tema del coronavirus nel corso del programma "Genetica Oggi" su Radio Cusano Campus. "Spero di sbagliarmi - ha aggiunto - ma non credo che il vaccino possa essere pronto entro un anno o comunque molti mesi. Ho la sensazione che questa epidemia dovremo affrontarla con quello che abbiamo".
"Non abbiamo farmaci, non abbiamo vaccini ma abbiamo la possibilità di fare diagnosi e noi in Europa dobbiamo mettere tutto il nostro impegno nell'ostacolare la diffusione. Il virus in Italia non c'è, quello che bisogna fare è non andare in Cina o in altre zone in cui il virus è presente e verificare le persone che tornano dai luoghi contaminati", aggiunge il medico.
Per Burioni inoltre i casi sono molti di più dei 6 mila ufficiali: "Questo è un numero che non sta nè in cielo nè in terra. Come minimo ci va un altro zero, come minimo. Dalla Cina non arrivano purtroppo dati attendibili. La mortalità del 3%, come detto da alcuni, sarebbe una mortalità altissima. Se una malattia ha il 3% di mortalità ed è molto diffusa è una catastrofe, non è poco, noi speriamo sia molto di meno. La Spagnola nel 1918 ha avuto una mortalità fra il 2 e il 3% Spero sia più bassa alla luce di tanti casi non diagnosticati e che sfuggono al controllo cinese". "E' di oggi una comunicazione del governo indiano - conclude - che consiglia l'omeopatia per contrastare l'infezione da coronavirus, questa volta non si scherza più, questa volta entra in gioco il darwinismo se qualcuno fa il cretino. Quello che ci può salvare la pelle è la scienza e nient'altro"