E' ancora polemica sulla App per il tracciamento 'Immuni'. Il Garante per la Privacy, Antonello Soro, dichiara che sarebbe utile solo nel caso in cui si riuscissero a fare immediatamente i tamponi a tutti quelli trovati infetti. Mentre il ministro degli Esteri Luigi Di Maio respinge ogni critica ricordando che comunque siamo già tutti tracciati sui social. Il Copasir, per approfondire le implicazioni che comporta un'App di questo tipo convoca in audizione i ministri della Salute Speranza e dell'Innovazione Pisano, il direttore del Dis, Gennaro Vecchione e Roberto Baldoni, vicedirettore per la cybersicurezza del Dis.
"Le valutazioni fatte dal presidente del Consiglio vanno nella direzione giusta, cioè di un utilizzo della tecnologia che fa parte di una strategia più complessa. Ma non basterà tracciare i contatti senza un intervento efficiente del sistema sanitario e test diagnostici puntuali. Se non si fanno i tamponi immediatamente dopo aver individuato i potenziali infetti, è tutto inutile.
Il fondamento di questo sistema è la fiducia. Per raggiungere una percentuale molto alta di adesione, i cittadini devono avere grande fiducia, non ci può essere improvvisazione da parte di regioni, province, comuni". E' il punto di vista del Garante per la Privacy, Antonello Soro, intervistato da Radio Capital.
Per Soro, "la scelta condivisa di una tecnologia bluetooth, che misura i contatti ravvicinati, va nella giusta direzione. Sarà bene che questo avvenga con l'invasività minore possibile rispetto alla vita privata dei cittadini. Conta molto la fiducia, se questa app viene percepita come obbligo non gradita, a quel punto il cittadino lascia lo smartphone a casa e viene meno qualunque efficacia di questa strategia".
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