Cronaca

25 anni fa l'omicidio di Massimo D'Antona

Il giuslavorista ucciso dalle Nuove Br con tre colpi di pistola calibro 38 in via Salaria a Roma

Redazione Ansa

Era la mattina del 20 maggio 1999 quando tre colpi di pistola calibro 38 in via Salaria a Roma, dopo anni di silenzio o di piccole azioni, fecero capire che il terrorismo era tornato ad uccidere. Vittima il docente di diritto del lavoro all'ateneo romano La Sapienza Massimo D'Antona, 51 anni, consigliere dell'allora ministro del lavoro
Antonio Bassolino.

I terroristi colpirono poi tre anni dopo, a Bologna, uccidendo Marco Biagi, anche lui giuslavorista.

I killer, quella mattina, lo aspettarono a poca distanza dalla sua abitazione, e quando D'Antona si avviò verso il suo studio, poco lontano da casa, lo freddarono sparandogli quasi a bruciapelo. Passano poche ore e le "Brigate rosse per la costruzione del Partito comunista combattente" (Br-Pcc) rivendicarono l'attentato con una risoluzione strategica di 28 pagine.

Da quella mattina cominciò l'inchiesta giudiziaria che portò poi allo smantellamento delle nuove Br. Dopo otto anni, a giugno del 2007 diventano definitivi gli ergastoli inflitti a tre esponenti delle Nuove Br: Nadia Desdemona Lioce, considerata il capo, Roberto Morandi e Marco Mezzasalma accusati dell'omicidio di Massimo D'Antona.

 

Calderone: l'insegnamento di D'Antona più attuale che mai 

"Ricorrono oggi i 25 anni dalla barbara uccisione del professor Massimo D'Antona per mano delle nuove Brigate Rosse, ma il suo insegnamento è più attuale che mai". Lo affermala ministra del Lavoro, Marina Calderone in una nota. "La scienza giuslavorista, unita al coraggio riformatore, scrive, lo portò a immaginare un futuro del mondo del lavoro diverso, innovato e basato sulla costruzione del dialogo sociale. Come Tarantelli e Ruffilli prima di lui e poi Biagi, fu colpito a morte per il ruolo e la passione nel promuovere regole e strumenti adatti a gestire i rischi di conflitto sociale nelle fasi di transizione. Lo ricordiamo oggi per il suo grande contributo alla tenuta e al funzionamento della nostra democrazia".

Sbarra: D'Antona intellettuale libero, voleva innovare 

"25 anni fa il barbaro assassinio di Massimo D'Antona. Un intellettuale libero, riformista come Ezio Tarantelli e Marco Biagi, presi di mira dal terrorismo perché volevano innovare il mercato del lavoro e tutelare i più deboli attraverso il dialogo e la concertazione tra istituzioni e parti sociali". Lo scrive il leader Cisl, Luigi Sbarra, sui social ricordando il giuslavorista ucciso a Roma nel 1999.

Foti: ricordiamo D'Antona, da lui proposta riformatrice acuta 

"Ricordiamo Massimo D'Antona, uomo di profonda intelligenza, ideatore di una acuta proposta riformatrice volta a mettere al centro la dignità del lavoro e della persona, barbaramente assassinato 25 anni fa dalle Nuove Brigate Rosse. A D'Antona si deve infatti la proposta dell'equilibrio tra il diritto di sciopero dei lavoratori e gli interessi degli utenti, e una riforma del lavoro che coniuga modernità e difesa dei diritti fondamentali". Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti.

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