E' stato arrestato il presunto aggressore di un 24enne accoltellato a Milano nella notte tra il 5 e il 6 giugno, durante una rissa in piano centro: si tratta di Alessandro Caravita, 21enne milanese, figlio del leader storico degli ultras nerazzurri Franco Caravita. A individuarlo sono stati i carabinieri che, nel corso di una perquisizione, hanno anche sequestrato un coltello a serramanico che potrebbe essere stato utilizzato nella rissa.
Il giovane è stato riconosciuto grazie alle telecamere che hanno ripreso buona parte dei fatti, avvenuti intorno alle 2:30 del 6 giugno scorso fra i tavolini all'aperto in corso Garibaldi, una delle strade della movida milanese, e anche grazie ai testimoni sentiti, che hanno parlato di ultras.
Una volta inquadrata la presenza di ultras, il volto del 21enne, già noto, non è sfuggito agli investigatori della Compagnia Duomo, che si sono recati in via Padova, perquisendo la sua abitazione e una vettura a lui in uso. Alla fine sono stati posti sotto sequestro un coltello a serramanico e degli abiti sporchi di sangue, gli stessi che avrebbe avuto addosso quella sera. Il giovane, con precedenti, è accusato di tentato omicidio aggravato, lesioni personali aggravate e porto di oggetti atti a offendere ed è in attesa delle disposizioni dell'Autorità giudiziaria nel carcere di San Vittore.
Alessandro Caravita è stato coinvolto nelle indagini sugli scontri fra ultras prima di Inter-Milan del 26 dicembre 2018 che portarono alla morte di Daniele Belardinelli, il tifoso del Varese (gemellato con l'Inter) investito da alcune auto guidate da tifosi del Napoli. Il padre Franco, fondatore dei Boys, è lo storico capo della curva nerazzurra. Nello scorso settembre era tornato agli onori delle cronache dopo una rissa con l'altro leader storico interista, il pluripregiudicato Vittorio Boiocchi. I due si erano poi riappacificati e Caravita aveva precisato di non voler tornare alla guida della curva. Una rissa dietro la quale alcuni avrebbero letto le tensioni tra gli ultras dopo, appunto, gli scontri e la morte del tifoso varesino, per la quale ad ottobre è stato arrestato Fabio Manduca, esponente di un gruppo di ultras napoletani.
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