Moussa è scappato a 12 anni dal suo paese in guerra, il Mali, ha vissuto da solo in Algeria, è sopravvissuto al carcere libico ed è finito a dormire a Termini a Roma. Tutto questo prima di aver compiuto 18 anni.
Arrivano in migliaia in Europa ogni anno - anche nel 2020 della pandemia ne sono arrivati più di ottomila solo in Italia -, molti di loro poi letteralmente spariscono. Il collettivo di giornalisti di12 Stati europei Lost in Europe (lostineurope.org) ha scoperto che dal 2018 al 2020 sono almeno 18.292 i minori stranieri scomparsi. L'Italia è il Paese con il numero più alto di sparizioni, 5.775 tra il 2019 e il 2020, quasi 8 al giorno, mentre per il 2018 non sono stati forniti dati.
"Sono due anni che ci occupiamo dei minori in migrazione in Europa - racconta Geesje Van Haren, coordinatrice olandese di Lost in Europe - e ci siamo accorti che non scompaiono solo i bambini, ma anche i numeri. Abbiamo quindi deciso di fare un'azione di richiesta di accesso agli atti per avere numeri ufficiali dei minori spariti".
"La Danimarca - spiega Adriana Holomova, coordinatrice della raccolta dati - ci ha risposto che non segnalano i minori stranieri che spariscono dai centri perché secondo loro vanno a trovare i loro amici in Scandinavia. Svezia e Norvegia invece hanno dei 'data set' estremamente completi".
Ma sono due i Paesi che hanno sorpreso di più i giornalisti: "La Francia non ha mai risposto alle nostre richieste di dati e la Gran Bretagna non raccoglie queste informazioni a livello centrale, quindi è stato impossibile per loro fornircele".
Secondo i dati raccolti da Lost in Europe la maggior parte dei minori che spariscono sono maschi (90%) e sopra i 15 anni (85%), le nazionalità più rappresentate sono Marocco, Algeria, Eritrea, Guinea e Afghanistan.
"Quando si allontanano non abbiamo idea di cosa succeda loro - dice all'ANSA Carla Garlatti, che guida l'Autorità Garante dell'Infanzia e dell'Adolescenza -. Nella migliore delle ipotesi raggiungono parenti altrove, nella peggiore finiscono nelle maglie della criminalità e dello sfruttamento".
Save the Children Italia si occupa da dieci anni dei minori stranieri non accompagnati. "Anche in tempo di Covid non è diminuito lo sfruttamento dei minori stranieri - spiega all'ANSA Antonella Inverno, responsabile infanzia di Save the Children -, in particolare quello sessuale di ragazze, soprattutto nigeriane, ma anche provenienti dall'Est Europa, che non potendo più stare in strada vengono 'vendute' dai propri sfruttatori tramite internet. Questo le rende ancora più vulnerabili".
Il primo a lanciare l'allarme fu in realtà, nel 2016, Brian Donald, funzionario dell'Europol. "Ogni anno - disse - spariscono nel nulla 10 mila minori stranieri, molti di loro continuano il viaggio ma altri finiscono nelle reti criminali di sfruttamento". Queste dichiarazioni destarono molto scalpore anche perché arrivavano dall'ufficio di polizia europeo, ma non ci furono azioni concrete per contrastare il fenomeno.
Quattro anni dopo Lost in Europe ha contattato le diverse istituzioni europee, dalla Commissione all'Europol all'Easo (European Asylum Support Office) fino all'Eurostat. Nessuno di questi sembra avere la responsabilità dei minori migranti.
"La Commissione ha segnalato la necessità per gli Stati membri di agire per prevenire la scomparsa dei minori migranti - ha risposto il commissario agli Affari interni Ylda Johansson -, ad esempio migliorando la raccolta dei dati e la cooperazione tra Stati". Esattamente quello che hanno fatto in questi mesi i giornalisti di Lost in Europe.
(Queste e molte altre storie di Lost in Europe diventeranno una serie di audio documentari su Ansa Podcast).