La perturbazione di tipo ciclonico, il 'Medicane', che minaccia di impattare sulla Sicilia è al momento a largo delle coste sud orientali dell'isola. Se mantenesse questa distanza dall'isola potrebbe avere un impatto minore rispetto a ciò che si è verificato a Scordia e a Catania. Lo rende noto il Dipartimento regionale della Protezione civile (Drpc) sottolineando che "preoccupano però i venti che potrebbero raggiungere velocità elevate fino a 80-100 km/h e che pertanto potrebbero causare danni ad alberi, verande, tettoie e cartellonistica pubblicitaria".
Il Drpc Sicilia "raccomanda alla popolazione di usare la massima prudenza e di attenersi alle norme di comportamento previste in caso di pioggia intensa, evitando quindi spostamenti sia per non intralciare i soccorsi e soprattutto per evitare di mettere a rischio la propria incolumità".
Arriva il bollettino meteo che segnala per oggi allerta rossa nella Sicilia orientale e, in contemporanea, arrivano nel Ragusano e nel Siracusano le prime piogge intense. L'allerta è arancione per il resto dell'isola e per il settore meridionale della Calabria, dove sono attese precipitazioni diffuse, che localmente saranno anche molto intense e accompagnate da grandinate, fulmini e forti raffiche di vento. Il Dipartimento regionale della Protezione civile Sicilia ha fatto scattare il 'preallarme' che prevede che tutti i volontari devono essere reperibili nel più breve tempo possibile e i mezzi a disposizione verificati. Il timore è di nuovi nubifragi violenti come quelli che hanno drammaticamente colpito il Catanese, facendo tre vittime, e l'arrivo del temuto 'MediCane', un uragano mediterraneo che porta piogge torrenziali e venti a oltre 100km orari e che potrebbe impattare anche sulle coste meridionali della Calabria. Secondo la previsione di meteorologi dovrebbe arrivare nella notte con un rischio alluvione soprattutto nelle province di Ragusa, Siracusa e Catania. Il sistema di protezione e sorveglianza in Sicilia è ai massimi livelli. In campo sono schierate tutte le forze possibili, compresi rinforzi giunti da altre regioni. Le prefetture dell'isola sono in costante contatto con la Protezione civile nazionale e regionale e i comuni interessati per coordinare eventuali interventi.
Il fenomeno, conferma il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, "non si è esaurito, ha avuto un momento di tregua che si sta consumando in queste ore, ma noi ci attendiamo che riprenda" e "le previsioni ci impongono una grande cautela perché avremo a che fare con velocità del vento estremamente elevate, possibilità di mareggiate e precipitazioni intense" che "colpiscono un territorio già fragile" e "gli effetti potrebbero diventare importanti". I siciliani guardano con apprensione il cielo che promette pioggia battente e seguono le previsioni meteo. Intanto a Catania hanno anche fatto scorte di viveri: gli scaffali di diversi supermercati, presi d'assalto, sono rimasti vuoti. La città si è letteralmente 'barricata' in attesa del 'MediCane'. Poche persone in strada e negozi 'non essenziali', scuole e uffici pubblici chiusi. Sembra di essere tornati al lockdown se non fosse per la presenza di sacchetti di sabbia di cenere lavica, cartoni, cellophane e tavole di legno messi a protezione di ingressi e vetrate, che sembrano formare i bordi superiori di 'trincee' contro l'acqua, fango e detriti. Alcuni negozianti hanno 'sigillato' le protezioni e le vetrate con il silicone per evitare possibili infiltrazioni. Lo storico mercato della Pescheria, sotto piazza Duomo, è chiuso e lo si attraversa in un silenzio surreale per chi è abituato al 'vannio', alle urla dei venditori. Sul lungomare della scogliera di Ognina, che il sindaco di Catania ha chiuso al traffico per il rischio mareggiate, i frequentatissimi bar oggi non hanno aperto. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, che ha chiesto al governo nazionale la dichiarazione di stato di calamità per 86 Comuni e stimato necessari 10 milioni di euro per i primi interventi urgenti, ha lanciato un appello ai siciliani: "ho il dovere di raccomandare a tutti di evitare spostamenti e, soprattutto, rinunciare all'uso di automobili, in caso di pioggia: l'insidia è sempre dietro l'angolo". E tra i siciliani, questa volta, la paura c'è. Anche perché le immagini di strade trasformate in fiumi mortali sono recenti.
Ieri è stato trovato a Scordia il corpo di Angela Caniglia, la 61enne dispersa da quattro giorni per il nubifragio abbattutosi sul paese della Piana di Catania. Era in una zona non distante dove tre giorni fa era stato recuperato il corpo del marito, Sebastiano Gambera, di 67 anni. La coppia era stata travolta dalla furia dell'acqua in strada il 25 ottobre scorso.
Il ritrovamento fa salire ufficialmente a tre il bilancio delle vittime per i nubifragi: due giorni fa a Gravina di Catania è morto Paolo Claudio Agatino Grassidonio, il 53enne anche lui travolto dall'acqua dopo essere sceso dall'auto. Per la tragedia di Scordia la Procura di Caltagirone ha aperto un'inchiesta per duplice omicidio colposo; per quella di Gravina il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, la aprirà appena riceverà gli atti, valutando, dopo la loro lettura, anche che tipo di reato ipotizzare e le attività investigative da delegare. "Vicinanza alle popolazioni colpite dai nubifragi" è stata espressa oggi anche dal presidente del consiglio, Mario Draghi; "sono vicino in particolare alle famiglie delle tre vittime", ha detto nella conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri.
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