I presidi di Roma e del Lazio denunciano "grandi difficoltà" nell'applicazione dei protocolli elaborati dopo le nuove linee guida sulle quarantene, definiti "ingestibili" per le scuole. "Ad oggi - dice il presidente dell'Anp della Capitale Mario Rusconi - non tutte le Asl seguono ancora le nuove linee guida che limitano le quarantene a tre positivi per classe, così ci risultano diverse decine di classi a Roma in quarantena anche con un solo caso, con il ritorno della Dad".
Secondo Costarelli i protocolli sono "ingestibili da parte di scuole e famiglie" perché "sono stati immaginati in un momento inopportuno, con un calo di contagi, mentre oggi ci troviamo ad affrontare una nuova impennata - spiega la rappresentante dell'Anp, anche dirigente scolastica del liceo romano Newton -. Faccio un esempio: quando c'è anche un solo positivo in classe, tutti i compagni devono fare due tamponi, uno subito e uno al quinto giorno. E le scuole devono raccogliere tutti questi dati, tra chi manda subito l'esito del test, chi il giorno dopo, chi non lo fa proprio....Fino a quanto l'iter non termina, non si può tornare alla normalità". Secondo Rusconi, preside dell'Istituto Pio IX a Roma, "a complicare la situazione c'è il fatto che molti genitori, che prima erano in smart working e ora sono tornati in ufficio, hanno difficoltà a seguire i bambini che devono stare a casa e ci chiedono spiegazioni. Abbiamo sottoposto la questione all'assessore alla scuola del Lazio".