Il rientro a scuola, tra polemiche, assenze e il rischio Dad. "Aveva senso aprire subito la scuola. Non si può giustificare che tutto è aperto e l'unico spazio chiuso è la scuola, che è sicura". Così il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi a Rainews 24. "Sono rientrati la maggior parte degli studenti e dei professori. Il dato evidente è che è ripresa la scuola". La scelta di riportare tutti gli studenti in aula è motivata dall'"evidenza che il prolungato e diffuso uso di una distanza provoca problemi alla vita di una comunità". C'è "un disposto sufficientemente flessibile che da una parte stabilisce il principio del 'tutti a scuola', dall'altro, laddove ci siano dei problemi, dà la possibilità di ricorrere alla distanza", ha detto il ministro a Radio 1. "Stiamo lavorando su una partecipazione collettiva, usciamo dalla logica del controllore: c'è un Paese che nel suo insieme si assume l'incarico di far tornare a scuola i ragazzi". Sulle Ffp2 "abbiamo fatto un intervento importante, il generale Figliuolo ha raggiunto un accordo con le farmacie per calmierare il prezzo a 0,75 euro - ha aggiunto Bianchi -. Le diamo inoltre gratuitamente già a tutti gli operatori, soprattutto della scuola dell'infanzia dove non ci sono protezioni per bambini. Però è un tema importante, ho capito che sta molto a cuore e lo porrò in evidenza al Consiglio dei ministri".
Intanto il Tar ha sospeso l'ordinanza con la quale la Regione Campania ha disposto la didattica a distanza in tutte le scuole del territorio per criticità legate alla pandemia da Sars-Cov-2. Il Tar della Campania ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati napoletani Giacomo Profeta e Luca Rubinacci e fissato la trattazione collegiale per il prossimo 8 febbraio. La decisione del Giudice, immediatamente esecutiva, comporterà l'apertura degli istituti scolastici già da martedì 11. La Quinta sezione del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania ha accolto anche l'istanza cautelare presentata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dai Ministeri dell'Istruzione e della Salute e, contestualmente sospeso, anche in questo caso l'ordinanza con la quale la Regione Campania ha disposto la didattica a distanza in tutte le scuole del territorio per criticità legate alla pandemia da Sars-Cov-2. La trattazione collegiale è stata fissata per l'8 febbraio prossimo.
"Ci siamo organizzati per far fronte alle mille difficoltà, un lavoro intenso ma ce la stiamo facendo". Così Rossella Landi, presidente dell'Associazione nazionale presidi Piemonte e preside del Iss Majorana di Moncalieri (Torino), racconta la ripartenza della scuola ai microfoni di Radio Veronica One. "Stiamo sostituendo il personale assente, e gestendo le comunicazioni di positività da parte degli studenti". Circa un 10% nell'istituto superiore alla porte di Torino, dove oltre al Covid si contano anche assenze per influenza. Landi è d'accordo con molti suoi colleghi per cui "sarebbe stato meglio rinviare l'apertura, ma non discutiamo le decisioni governative. Di sicuro tra due settimane la situazione dei contagi non crediamo sia migliore di quella che c'è oggi, ma ci avrebbe permesso di effettuare uno screening tra gli studenti per rientrare in maggiore sicurezza. Stare due settimane in Dad senza misure a garanzia di tutti può risultare inutile: sarebbe stato meglio uno screening e la prosecuzione della campagna vaccinale, visto che molti ragazzi ad oggi hanno solo una dose". La preside del Majorana osserva anche come a spiazzare scuole e alunni sia stato il fatto che "il nuovo protocollo di gestione dei positivi è così a ridosso del ritorno da creare perplessità e difficoltà anche nelle famiglie che sono disorientate. Per una nuova procedura c'è bisogno di tempo perché tutti possano averne contezza. Le scuole sono sicure e i protocolli stringenti, ma è evidente che i ragazzi vivono anche al di fuori dell'ambiente scolastico. L'aumento dei contagi in queste settimane di vacanza dice che non è la scuola a crearli, ma può fare da detonatore".
"L'Italia sta portando a casa dei risultati importanti" nella lotta alla pandemia, "anche l'obbligo vaccinale per gli over 50 è un ulteriore tassello della nostra strategia, che viene portata avanti ascoltando la comunità scientifica". Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio durante una conferenza stampa con la collega tedesca Annalena Baerbock a Villa Madama. "Siamo convinti - ha aggiunto - che per le scuole si debba fare uno sforzo per assicurare le lezioni in presenza", ha aggiunto Di Maio.
"Le previsioni della rivista specializzata Tuttoscuola parlano di 200mila classi in Dad entro 7 giorni da oggi. Una previsione facile da fare guardando i contagi", ha detto il presidente dell'Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, a Rainews24. "Quello che il governo non ha voluto fare lo farà la pandemia - ha continuato -. A mio avviso sarebbe stato preferibile rinviare l'apertura di 2-3 settimane per raggiungere gli obiettivi che al momento non sono raggiunti. Il governo ha compiuto una scelta legittima sulla quale io non sono d'accordo. Ma questo è normale un uno stato democratico". Poi ancora: "Dotare le scuole di una funzionalità 'Sidi' (Sistema Informativo dell'Istruzione - ndr) che consenta di individuare con tempestività lo stato vaccinale degli alunni, dotare di Ffp2 tutti gli alunni e tutti i dipendenti e includere le parafarmacie tra i soggetti abilitati all'esecuzione dei test Covid", ha detto il presidente Giannelli, al termine dell'incontro con il Ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi. "Ho anche segnalato i problemi sulla ripresa delle lezioni in presenza", ha aggiunto Giannelli sottolineando "la disponibilità del ministro a discutere le nostre proposte in sede di Governo".
Secondo Giannelli, "dopo aver avuto contatti con un certo numero di scuole e dirigenti, direi che oggi è stata confermata la stima del 10% di assenze tra prof e personale Ata. E la percentuale è la stessa tra gli studenti". Ha poi precisato come si parla sempre di "stime" e non dati reali. "C'è un certo numero di classi già in Dad", riferisce Giannelli. E conferma le "difficoltà nel trovare supplenti" dei prof assenti, in particolare quando questi ultimi siano "sospesi". "Il personale sospeso può rientrare appena si vaccina e i supplenti tendono a non accettare incarichi di cui non si conosce la durata minima", spiega.
"La norma consente la chiusura delle scuole in determinati territori circoscritti qualora la situazione lo preveda. Qualora la situazione non lo preveda, a differenza dell'anno scorso, questo Governo impugnerà le ordinanze laddove non le ritenga opportune", ha detto il sottosegretario all'Istruzione, Rossano Sasso (Lega), in visita al liceo scientifico Salvemini di Bari.
"La situazione è preoccupante, il 25-30% tra studenti e insegnanti sarà assente con defezioni dovute a malattia, quarantena o mancata vaccinazione". Lo ha detto sulla situazione scolastica in Veneto, il governatore Luca Zaia a Mattino 5 su Canale 5. "Draghi - ha aggiunto Zaia - si faccia dare un parere dal Comitato tecnico scientifico perché l'assembramento è inevitabile, da noi, almeno 800mila persone saranno confinate in aula per ore, con il rischio che, se ci saranno positivi, ci siano anche contagi". "Sono favorevole alla riapertura delle scuole - ha sottolineato - ma con precise indicazioni del Cts. Quella di oggi è di fatto una falsa partenza". Per Zaia il sistema dei tamponi va rivisto perché "per le scuole primarie è impossibile che ogni ragazzino ne faccia due a settimana perché con la richiesta che già c'è il sistema, ed in Veneto abbiam il migliore del Paese, andremo inevitabilmente in crash. Per questo noi al momento spingiamo con il fai da te ma anche su questo c'è un limite". Zaia ha poi anticipato il dato sulla situazione Covid nelle ultime 24 ore anticipando il bollettino della Regione: "abbiamo registrato 7.492 nuovi casi positivi ed è evidente un lento inesorabile peso sulla situazione ospedaliera".
"Le scuole stanno facendo i miracoli. Al momento non abbiamo comunicazione di defezioni di docenti. Ma siamo sfiniti e per questo alcuni miei colleghi arrivano a dire chiudiamo le scuole, che per un preside è la cosa peggiore che possa esserci. Io non lo direi mai e non ho firmato l'appello dei giorni scorsi, ma obiettivamente sul piano organizzativo le scuole fanno da sé, perché le indicazioni sono molto generiche". Così Lorenza Patriarca, dirigente scolastica dell'Istituto Comprensivo 'Niccolò Tommaseo' di Torino che conta circa 1.300 alunni tra scuola primaria e secondaria, nel giorno del rientro dopo le festività. "Oggi all'appello mancano circa un centinaio di studenti, in media due per classe perché positivi al Covid o comunque in quarantena", sottolinea la preside, secondo cui "esiste la paura del contagio: i bambini per la maggior parte non sono vaccinati. C'è il tema cruciale della mensa, dove nello stesso luogo abbiamo bimbi senza mascherina che mangiano. In quel momento, ci fosse in classe un positivo, il rischio che contagi i compagni esiste". "Le mascherine Ffp2? Non sono ancora arrivate - spiega -: inizialmente il termine per segnalare il numero richiesto era il 4 di gennaio, poi è stato posticipato al 10. Finché non parte la segnalazione, non le inviano: noi ne avevamo già alcune. Le avevamo già comprate perché nelle scuole dell'infanzia i bambini non hanno la mascherine: le avevamo acquistate con i soldi che il ministero ci aveva dato per l'emergenza".
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