C'è chi si organizza per prenotare il tampone ai clienti e chi sostiene che il Green pass sia più un argomento di discussione che una causa di disagi. A Bologna i parrucchieri accolgono positivamente l'obbligo del certificato verde, in vigore da oggi per chi vuole usufruire dei servizi per barbieri, parrucchieri e i centri estetici. Una novità che sembra essere stata accolta senza particolari problemi da parte di saloni e centri, anche perché i clienti sono ormai abituati a esibire la certificazione in molte altre situazioni.
C'è però anche chi escogita soluzioni per cercare di ridurre al minimo il calo di clienti: Sammy Chiaretto, di 'Zero righe', ha deciso di andare incontro ai clienti che non sono vaccinati e non vogliono o non possono fare il tampone per ragioni economiche. "Organizziamo tutto noi. Basta prendere un appuntamento, ti prenotiamo il tampone in farmacia e poi ti facciamo un preventivo. Vogliamo eliminare qualsiasi tipo di problema". Chiaretto ha condiviso l'idea sul suo profilo Instagram. "Il lockdown ci ha insegnato molte cose - dice all'ANSA - bisogna venirsi incontro e non piangersi addosso. Noi ci sentiamo tranquilli e facciamo sempre i controlli. La nostra è una clientela solida da anni, siamo come una grande famiglia". Per Emanuele Biagi, parrucchiere al 'Tigi concept salon', la misura tutela anche gli stessi lavoratori. "Avrebbero dovuto farla prima - spiega - da noi è davvero piccola la percentuale di chi sceglie di non fare il tampone". Biagi è convinto che l'obbligo potrebbe causare maggiori problemi ai negozi, "dove le persone spesso entrano solo per curiosare, mentre da noi il servizio si prenota e dura più di mezz'ora".
La maggior parte delle disdette degli appuntamenti non sarebbero dovute all'introduzione del Green pass, ma alla quantità di contagi che impongono ai clienti la quarantena o l'isolamento. "Da noi c'è una riduzione del 40%, ma questo purtroppo è iniziato a marzo del 2020 - sostiene Cristina Budu di 'Parrucchiere Cristina' - prima eravamo in quattro a lavorare qui, mentre ora siamo solo in due". Vincenzo Castrovilli, invece, afferma che l'obbligo di Green pass è soprattutto un argomento di discussione con i propri clienti e che, almeno fino ad ora, non ci sono state disdette. "Noi eravamo tranquilli anche prima - sostiene - perché abbiamo sempre lavorato con la mascherina e non abbiamo mai avuto problemi".
Leggi l'articolo completo su ANSA.it