(ANSA) - SASSARI, 02 MAR - Gli effetti collaterali della
guerra in Ucraina si fanno sentire nella dorata Costa Smeralda.
Dopo l'embargo Ue agli oligarchi russi che rientrano nella sfera
d'influenze di Putin, i miliardari che hanno visto congelati i
loro affari oltre cortina, iniziano a licenziare i lavoratori
delle proprietà di lusso nel paradiso vip della Sardegna.
"Stamattina ho ricevuto decine di segnalazioni da lavoratori ai
quali è stato comunicato che da lunedì non dovranno più recarsi
al lavoro", racconta Mirko Idili, segretario territoriale della
Cisl Gallura.
A ricevere il benservito dai finanzieri e industriali che sono
proprietari di decine di ville e immobili della Costa Smeralda e
di questo angolo di Sardegna, sono manutentori, giardinieri,
addetti alla sicurezza, amministratori. E con i loro
licenziamenti stanno arrivando anche disdette su disdette a
numerose imprese edili locali impegnati in lavori di
riqualificazione e manutenzione delle splendenti proprietà
immobiliari dei magnati russi. "La nostra è una realtà nella
quale vi è una ingente presenza di capitali ed investimenti,
sotto forma di sontuose ville e mega yacht che fanno capo a
tante società riconducibili ad oligarchi, finanzieri e milionari
russi", continua Idili.
In Gallura, secondo l'Osservatorio Sardegna turismo, trascorrono
le vacanze oltre 40 mila russi, per un totale di 220 mila
presenze. "Il 2020 in Gallura è stato l'anno nero per
l'occupazione, meno 60% di assunzioni rispetto all'anno
precedente, dovute alla pandemia. Il rischio che anche per il
2022 si possa prefigurare una stagione con una grave flessione
di occupati è fortemente concreto - osserva Idili - Nelle
prossime ore chiederemo un incontro con il sindaco di Arzachena,
Roberto Ragnedda, e con tutte le istituzioni competenti al fine
di fare le più opportune valutazioni e mettere in atto le
conseguenti azioni di tutela nell'interesse di questi padri e
madri di famiglia", conclude il segretario Cisl. (ANSA).
Ucraina: oligarchi russi licenziano in loro ville Sardegna
Cisl, dopo pandemia si rischia altra grave flessione occupati