(ANSA) - BOLOGNA, 08 APR - Intimidazioni, percosse, minacce
di non essere più chiamati a lavorare o trattenimento
dell'intero salario per i lavoratori indisciplinati. Sono alcuni
dei comportamenti contestati a tre pachistani arrestati dai
carabinieri di Portomaggiore (Ferrara) in un'operazione contro
il caporalato nell'agricoltura: rispondono di intermediazione
illecita e sfruttamento del lavoro aggravati, rissa, calunnia.
Oltre ai tre destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare,
eseguita tra Emilia e Veneto, sono stati denunciati a piede
libero e perquisiti anche 23 imprenditori a cui viene contestato
di aver assunto, utilizzato e impiegato manodopera con
intermediazione illecita, con sfruttamento e approfittando dello
stato di bisogno.
Le indagini sono partite da un rissa, a Portomaggiore, a
ottobre 2020, in cui gli arrestati avrebbero sedato le
rimostranze dei lavoratori. Furono coinvolte una quindicina di
persone, alcune delle quale rimasero ferite seriamente con
spranghe e cocci di vetro, mentre altri chiamarono i militari.
I tre sono accusati, tra l'altro, di aver trattenuto per sé
denaro dalle retribuzioni, di aver violato le normative di
settore sull'orario, il riposo settimanale, le ferie, la
formazione, e di aver minacciato ritorsioni nei confronti di chi
voleva denunciare tutto alle forze dell'ordine. Le indagini
hanno approfondito condotte che vanno avanti dal 2018,
individuando una sorta di organizzazione, rodata negli anni, che
si reggeva anche sulla consapevolezza degli imprenditori
agricoli, consapevoli della procedura illecita. Sono stati
sequestrati beni per 80mila euro ai tre e l'operazione ha
riguardato le province di Ferrara, Rovigo, Padova, Venezia,
Ravenna. (ANSA).
Caporalato: 'sistema' sfruttamento in agricoltura, 3 arresti
Nel Ferrarese, denunciati anche 23 imprenditori complici