(ANSA) - PAVIA, 15 APR - E' arrivato cinque anni fa a Pavia,
per curare al Policlinico San Matteo una grave forma di
leucemia. Oleg Romaniuc, 24 anni, ucraino, non vedente, oggi
nello stesso ospedale svolge un compito prezioso: fa da
interprete ai piccoli pazienti giunti nelle scorse settimane.
Bambini fuggiti, insieme alle loro mamme, dalla guerra.
"Sono diventato cieco - spiega Oleg - a causa delle cure
ricevute dai medici ucraini nel disperato tentativo di
salvarmi". Ma per parlare con i suoi piccoli connazionali non ha
bisogno degli occhi. "Provo un'infinita tenerezza e sento tutto
il dolore che si portano dento - racconta il 24enne ucraino -.
Raccontano delle bombe, degli spari, degli scantinati dove
trovavano riparo. Io mi sforzo di rassicurarli e di farli
pensare ad altro: cerco di procurare loro i cibi preferiti, a
qualcuno ho anche portato una chitarra". Un ruolo che svolge con
infinita dolcezza, come confermano medici e infermieri della
Pediatria del Policlinico pavese.
Oleg fa da mediatore e interprete per i bambini ricoverati in
collaborazione con l'associazione Soleterre, che ha portato i
piccoli pazienti in Italia attraverso ai corridoi umanitari
organizzati già nei primi giorni del conflitto in Ucraina.
Grazie alle cure ricevute al San Matteo, oggi il ventiquattrenne
originario di Leopoli sta meglio. E' iscritto al terzo anno di
Terapia occupazionale e spera in futuro di poter svolgere la
professione di fisioterapista. A Leopoli si trova ancora la sua
famiglia; mentre insieme a lui, a Pavia, vive la mamma. (ANSA).
Studente ucraino divenuto cieco fa interprete a bimbi ricoverati
Oleg aiuta i piccoli pazienti giunti al San Matteo di Pavia