La vita di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, a trent'anni dalle stragi mafiose di Capaci (Pa) e via D'Amelio, dove persero la vita insieme con gli agenti di scorta, ritorna nel racconto per immagini che rappresentano, nel bene e nel male, anche alcuni passaggi cruciali della storia del nostro Paese. E' stata inaugurata, nella sala pre imbarchi dell'aeroporto "Falcone Borsellino" di Palermo, la mostra fotografica dal titolo "L'eredità di Falcone e Borsellino", realizzata dall'ANSA dieci anni fa e che nel corso degli anni è stata visitata da migliaia di ragazzi oltre che in diverse scuole, in alcuni luoghi dal valore fortemente simbolico, come la Camera dei Deputati, il comune di Corleone, il parlamento Europeo di Bruxelles e l'Assemblea regionale siciliana.
L'iniziativa, che viene riproposta e aggiornata nel trentennale per commemorare i magistrati, è stata organizzata in collaborazione con Gesap, Fondazione Federico II e Regione siciliana. Presenti alla cerimonia di inaugurazione il prefetto di Palermo Giuseppe Forlani, il sindaco Leoluca Orlando, il vicepresidente della Regione Siciliana Gaetano Armao, il questore, i vertici dei carabinieri e della guardia di finanza, l'amministratore delegato della Gesap Giovanni Scalia, e Francesco Nuccio, caporedattore dell'ANSA in Sicilia.
Le foto, tratte dall'archivio dell'ANSA, ma anche dagli album privati di famiglia, ricostruiscono le vicende umane e professionali dei due magistrati antimafia legati da un destino comune fin dalla loro infanzia negli anni del dopoguerra in Piazza Magione, nel rione palermitano della Kalsa, dove abitavano con le loro famiglie a poche decine di metri di distanza.
La mostra, che resterà in aeroporto in modo permanente, "si dipana attraverso una serie di capitoli che ripercorrono la vita di Falcone e Borsellino, le vicende salienti nella lotta a Cosa nostra fino ai tragici attentati del '92 ma anche - sottolinea nell'introduzione al catalogo Luigi Contu, direttore dell'ANSA - la ribellione della società civile e l reazione dello Stato, con l'arresto dei più importanti latitanti mafiosi, da Riina a Provenzano".
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