Sono saliti a 6 i casi di vaiolo delle scimmie in Italia. Segnalato anche in Lombardia il primo caso di positività. Il laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica dell'Ospedale Sacco di Milano ha infatti confermato la diagnosi di positività del campione prelevato da un un paziente che presentava appunto sintomi riconducibili al vaiolo delle scimmie. Il quinto caso, con caratteristiche cliniche e di trasmissione simili ai precedenti, era stato notificato dall'Istituto Spallanzani. "Sono in corso gli accertamenti su altri casi sospetti", precisa l'Istituto. Sono 16 i contatti in isolamento.
I ricercatori dello Spallanzani hanno "completato la prima fase dell'analisi della sequenza del DNA del Monkeypox virus dei primi tre casi italiani". I campioni risultati postivi - rende noto l'Istituto- "sono stati sequenziati per il gene dell'emoagglutinina (HA), che consente l'analisi filogenetica". I campioni sono tutti risultati affini al ceppo dell'Africa Occidentale "con una similarità del 100% con i virus isolati in Portogallo e Germania". "Potremmo essere anche in Italia di fronte a un virus "paneuropeo", correlato con i focolai in vari paesi europei, in particolare quello delle Isole Canarie", sottolinea l'Istituto.
"Il cosiddetto vaiolo delle scimmie rimarrà un fenomeno contenuto, probabilmente limitato ad un focolaio inziale circoscritto". Così il virologo Massimo Galli, rispondendo alla domanda di un giornalista a margine di un seminario scientifico a Napoli. "Non è affatto un virus delle scimmie - ha aggiunto Galli - è un virus presente probabilmente in alcune specie di roditori. Uomini e scimmie ne sono solo vittime accidentali, e quindi non è un virus rilevante per la nostra specie". "I poxvirus - ha aggiunto il virologo - sono molto diversi da quello del Covid, sono virus a DNA e tendono ad adattarsi in numero enorme, in migliaia di anni, ad una propria specie". "Il vaiolo definito 'della scimmia' - ha detto ancora - è un virus un po' meno selettivo, ma è probabile che un suo serbatoio sia rappresentato da un roditore africano, probabilmente scoiattoli del genere 'funisciurus', che sono quelli più candidati, tra tutti, per le ricerche eseguite". "L'epidemia - ha concluso Galli - sembra essere sta determinata da maschi che fanno sesso con maschi, probabilmente scaturita da un ampio raduno alle Canarie".