Da lunedì 8 agosto l'Istituto Spallanzani ha avviato la vaccinazione per il vaiolo delle scimmie per le categorie indicate dalla circolare del Ministero della Salute. Lo rende noto la Regione Lazio.
Chi rientra tra le categorie elencate nella circolare (personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus; persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM), che rientrano in alcune specifiche categorie di rischio) può prenotarsi mandando una mail a vaccinomonkeypox@inmi.it.
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La vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie è "un'arma cruciale, che potrebbe permettere di interrompere la circolazione di questo virus, ma il numero di dosi al momento destinato all'Italia, pari a poco più di 5mila, è probabilmente insufficiente considerando che vanno fatte 2 somministrazioni". Lo afferma all'ANSA Massimo Andreoni, professore ordinario di malattie Infettive all'Università di Roma Tor Vergata, avvertendo circa la necessità di "essere pronti a sollecitare le previste ulteriori dosi dall'Europa e allargare l'utilizzo del vaccino anche ad altre regioni italiane oltre alle quattro al momento indicate".
"E' vero - spiega infatti Andreoni - che i casi in Italia sono stati poco più di 500 e quindi si tratta di una epidemia modesta, ma è anche vero che ormai questa malattia si sta propagando da diverse settimane e non sembra rallentare; quindi un intervento è opportuno per impedire che si propaghi ulteriormente". L'infezione comunque, rileva, "è limitata al momento ad alcune categorie specifiche a rischio e sembra non interessare la popolazione generale, dove i casi sono pochissimi". Diversa la situazione in Africa, dove il virus del vaiolo delle scimmie "è endemico ed è molto più complicato attuare campagne di vaccinazione - conclude il professore - ma in Europa una vaccinazione abbastanza disseminata sul territorio potrebbe invece portare a interrompere in modo definitivo la diffusione e la circolazione del virus. Se riusciamo cioè a prevenire l'infezione da persona a persona - conclude Andreoni - impediamo che il virus continui a circolare".
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