(ANSA) - GENOVA, 07 AGO - La madre di Alice Scagni, la donna
di 34 anni uccisa dal fratello Alberto, 42 anni, la sera dell'1
maggio scorso a Genova, ha scritto al procuratore del capoluogo
ligure una lettera dura in cui chiede di divulgare le telefonate
in cui i familiari chiedevano aiuto per curare Alberto. La
lettera è stata affidata al Secolo XIX e a La Stampa.
"Ho visto in modo prepotente e spietato insorgere la malattia
in Alberto e progredire in modo inesorabile alimentata proprio
dall'amore che aveva per sua sorella con la quale aveva sempre
avuto un rapporto speciale. Ho cercato in tutti i modi che
conoscevo di arginare quella malattia che mi spaventava sempre
di più fino a non riconoscere più mio figlio. Abbiamo cercato
aiuto nelle istituzioni. Ci siamo imbattuti in una fredda e
ignorante burocrazia. Indolente ma prepotente nel suo reiterato
e pigro rifiuto di farsi carico del proprio ruolo di garanzia ed
aiuto verso i cittadini in difficoltà", scrive Antonella Zarri,
madre di Alice e Alberto.
"Abbiamo chiesto a chi doveva e ne aveva il potere di fermarlo
e di curarlo. Quelle telefonate sono state registrate e sono
agli atti del fascicolo. Perché ce le nega?"
Il procuratore risponde: "Daremo i file più avanti. Ora
l'inchiesta è su altri aspetti". (ANSA).
Mia figlia uccisa dal fratello, lo Stato ci nega la verità
La madre di Alice Scagni scrive al procuratore di Genova