Cultura

Cinquant'anni fa il primo annuncio televisivo a colori

Rosanna Vaudetti accompagnò gli spettatori nel passaggio dalla tv dei sogni a quella della realtà

Rosanna Vaudetti nel primo annuncio a colori (un fermoimmagine)

Redazione Ansa

Cinquant'anni fa la tv italiana compie la sua seconda rivoluzione, catapultando d'improvviso gli spettatori dal mondo dei sogni a quello della realtà. Il 26 agosto del 1972, infatti, sugli schermi della Rai arrivano i colori. Sono passati 18 anni da quel 3 gennaio 1954, quando l'annunciatrice Fulvia Colombo ha inaugurato le trasmissioni televisive della Rai. Adesso a prendere per mano gli spettatori è Rosanna Vaudetti, passata alla storia come la prima annunciatrice a colori.

"La televisione del bianco e nero era la televisione che faceva sognare. Il bianco e nero era magico, perché era chiaro che il mondo non fosse così. E anche l'impostazione dei programmi era più  pedagogica, guidava lo spettatore. Con l'avvento del colore ci siamo inoltrati nella realtà", ha ricordato nelle scorse settimane Vaudetti. una delle più amate e riconosciute Signorine Buonasera della Rai. "La gente - ha aggiunto - vedeva le cose com'erano davvero e ha cominciato a pensare 'perché  non posso esserci anche io nella Tv?'. Le persone vere sono diventate i protagonisti, anche nei quiz, oltre ai conduttori, erano i personaggi a lasciare il segno e andando avanti con gli anni si è arrivati alla televisione che ha al centro le persone comuni, i reality".

 

Il passaggio ufficiale alla tv a colori avviene alle 15:50 di quel 26 agosto. Vaudetti, sul Secondo Canale Rai, annuncia la diretta a colori della Cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Monaco. Il vestito indossato per quella transizione storica ora è conservato al Museo dalla Tv e della Radio Rai di Torino. 

"Negli anni '60-'70 non era facile per una donna trovare una collocazione lavorativa giusta. A me piaceva il giornalismo, avrei voluto fare la giornalista, però  il guadagno era minimo", ha raccontato Vaudetti. Laureata in Scienze Politiche, si dedica un po' all'interpretariato, alle traduzioni e alle ripetizioni poi, ricorda, "lessi sul Radiocorriere che c'era un concorso per annunciatrici e feci domanda. Era uno dei pochi posti che davano una certa dignità alla donna, perché  noi andavamo in televisione rappresentando l'azienda. Il motto era 'ricordatevi che entrate nelle case degli altri'.

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