Cronaca

'Senigallia la città più virtuosa contro il dissesto'

Premio della Protezione Civile-Legambiente nel 2010. Consumatori, 'una beffa'

Redazione Ansa

 Un premio che suona come una beffa. O come "un paradosso" per dirla con le parole dell'avvocato Corrado Canafoglia, responsabile dell'ufficio legale dell'Unione nazionale consumatori: Senigallia, la città devastata dalle acque del Misa uscito dagli argini sui quali da oltre 30 anni si attendono i lavori per la messa in sicurezza, nel 2010 e nel 2011 "si è aggiudicata il premio di Legambiente e Protezione civile come il comune italiano più virtuoso nel contenimento del rischio idrogeologico". Poi però, aggiunge l'avvocato seduto nel suo studio che dà sul mare, sono arrivate le alluvioni del 2014 e quella disastrosa di giovedì scorso.
    Come è stato possibile questo riconoscimento? "Francamente ce lo chiediamo tutti - si interroga l'avvocato - immagino che sia stato assegnato sulla base dell'autocertificazione compilata dall'amministrazione comunale dell'epoca".

E poi spiega, mostrando alcuni atti contenuti nei due maxi fascicoli che ha sulla sua scrivania. "Vede, questa è la scheda che il Comune recapitò alla Protezione civile nazionale e all'associazione ambientalista. C'è scritto che le abitazioni e i fabbricati industriali erano stati delocalizzati rispetto alle aree a rischio idrogeologico. Ma in città non ne siamo a conoscenza di questi interventi". Inoltre, sempre in quel documento "si attestavano anche tutta una serie di altre opere che anche in questo caso a noi sono sfuggite". E forse non solo a loro visto che "sono entrati a far parte del fascicolo d'inchiesta sull'alluvione di 8 anni fa, il cui processo, a carico del sindaco di Senigallia e di tutta una serie di amministratori e dirigenti comunali e regionali dell'epoca, avrà inizio a L'Aquila il prossimo 1 dicembre dopo una serie di vicissitudini e lungaggini incredibili che hanno portato alla prescrizione di gran parte dei reati ascritti agli imputati".
    Canafoglia dal 2014 è stato chiamato a tutelare gli interessi del Comitato alluvionati, che conta circa 400 famiglie. "Gente che allora, come oggi, ha perso tutto. Perché tragedie come queste non si ripetano più occorre attuare in tempi rapidi un progetto di messa in sicurezza del fiume Misa". Creare vasche di espansione più ampie di quelle che erano state ipotizzate negli anni scorsi, abbassare il letto del fiume e togliere i piloni dei ponti, dove si vanno a incastrare i detriti che poi fanno da tappo alle piene. "Servirebbe anche un intervento alla foce e una manutenzione più puntuale agli argini - aggiunge Canafoglia - Sono tutte cose che abbiamo detto e ridetto in questi anni, senza essere mai ascoltati. Soltanto adesso abbiamo allacciato un filo diretto con l'attuale amministrazione comunale e con il sindaco Massimo Olivetti". L'avvocato prova anche a quantificare i danni di questa ultima alluvione: "Nel 2014 ammontarono a 180 milioni di euro, questa volta supereranno i 400, visto che la devastazione è stata ben più grave di 8 anni". 
   

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