"Nel 2022 abbiamo contato il fermo di 264 persone semplicemente monitorando le notizie della stampa. Facendo un paragone con il rapporto annuale della polizia del 2021 possiamo immaginare che i numeri reali dell’anno appena passato siano circa 350 i fermi di capitani di barche di migranti".
Sara Traylor, operatrice di Arci Porco Rosso, racconta i nuovi contenuti del report "Dal mare al carcere" che la ong ha pubblicato nel 2021. Il numero di fermi rappresenta una persona ogni 300 arrivate, con una proporzione simile al 2021 e complessivamente anche simile al periodo 2014-2017.
"Rispetto agli ultimi anni ci sono stati dei cambiamenti: sono diminuiti i fermi di persone provenienti dall’Africa occidentale mentre sono aumentati quelli di persone provenienti dal nord Africa e dall’Asia centrale". Negli anni successivi all'apertura della rotta libica, tantissime persone provenienti dall'Africa occidentale sono state arrestate, circa un quarto di tutti i fermi. Negli ultimi due anni, Arci Porco Rosso ha contato meno di 10 fermi che coinvolgono cittadini di questi paesi.
Nell’ultimo anno, inoltre, sono drasticamente diminuiti i fermi con l’accusa di essere scafisti di persone russe e ucraine. "Gli ucraini erano un elemento molto importante per l’attraversamento della tratta ionica – conferma Sara Traylor – dalla Turchia all’Italia, anche perché spesso erano già skipper di formazione". Adesso gli ucraini sono stati sostituiti da persone provenienti dall’Asia Centrale e da turchi. "Questo significa che come succede in altre rotte le persone vengono addestrate molto brevemente, poco prima della partenza, e si trovano ad affrontare il viaggio con i pochi strumenti che hanno".
La nazionalità più rappresentata tra i fermi è quella egiziana (75 fermi) forse a causa di una nuova area di partenza dalla Libia individuata al confini con l’Egitto. Seguono cittadini turchi (52 persone fermate) e tunisini (35 persone fermate).
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