I danni sono stati per ora relativi: siti irraggiungibili per pochi minuti. Poca roba rispetto ai ben più temibili ransomware, il furto di dati con la richiesta di riscatto.
Nel mirino prima una serie di di aziende del trasporto pubblico locale, dall'Amat di Palermo all'Anm di Napoli. Oggi è toccato alle banche. Sono sei: Bper, Monte dei Paschi di Siena, Banca popolare di Sondrio, Fineco, Intesa e Fideuram. I tecnici dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale - come avviene sempre in questi casi - hanno subito preso contatto con i 'bersagli' per informarli della nuova offensiva e fornire le prime indicazioni per la mitigazione degli effetti. Come nelle precedenti azioni portate avanti dai Noname, si tratta di attacchi di tipo Ddos (Distributed denial of service) che si concretizzano inviando un'enorme quantità di richieste al sito web obiettivo, che non è in grado di gestirle e quindi di funzionare correttamente. Sul loro canale Telegram il gruppo ha rivendicato gli attacchi, criticando il recente incontro tra Giorgia Meloni ed il presidente statunitense Joe Biden, dove la premier italiana ha confermato il sostegno all'Ucraina. L'Agenzia monitora "con la massima attenzione" il riattivarsi delle campagne da parte di gruppi di 'hacktivisti' (sono gli hacker-attivisti) filorussi "ai danni di soggetti istituzionali nazionali. Non risulta comunque che gli attacchi - di carattere dimostrativo - abbiano intaccato l'integrità e la confidenzialità delle informazioni e dei sistemi interessati".
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