Più che un caso letterario, una vera e propria bufera. Il libro, scritto e autoprodotto, dal generale Roberto Vannacci, 54 anni, un passato nella Folgore con ruoli di responsabilità nelle forze speciali in molte missioni all'estero, finisce al centro di polemiche con richieste di dimissioni immediate. In oltre trecento pagine, un vero e proprio saggio, l'attuale responsabile dell'Istituto geografico militare snocciola una serie di giudizi omofobi e prese di posizioni contro femminismo, migranti e ambientalismo. Concetti espressi senza mezzi termini, in modo crudo e diretto. Pagine che, come prevedibile, non sono passate inosservate: i primi ad occuparsi del libro shock sono stati i siti specializzati in temi militari e Difesa.
L'Esercito ha "preso le distanze" affermando che non era a conoscenza "dei contenuti" del libro. Né ai vertici militari è stata sollecitata da parte dell'autore alcuna "autorizzazione o valutazione".
Dal canto suo il ministro della Difesa Guido Crosetto annuncia una azione disciplinare esortando, via social, a "non utilizzate le farneticazioni personali di un generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le forze armate". Il generale Vannacci, puntualizza il ministro, "ha espresso opinioni che screditano l'Esercito, la Difesa e la Costituzione".
Il generale però non la pensa così e respinge le accuse, sostenendo che che "le critiche" non lo disturbano. "Al ministro non replico - aggiunge -, mi attengo a quelle che sono le sue disposizioni. Ciò che mi procura disagio è la strumentalizzazione: sono state estratte frasi dal contesto e su queste sono state costruite storie che dal libro non emergono. Sono amareggiato dalla decontestualizzazione e dal processo a delle opinioni: Giordano Bruno lo hanno bruciato perché aveva un pensiero controcorrente, meno male abbiamo superato quei momenti".
Il titolo scelto dal generale, "Il Mondo al contrario", sembra però già un chiaro biglietto da visita su quanto poi messo nero su bianco. Idee provocatorie, prese di posizioni estreme in cui, sostanzialmente, si afferma che la società è schiava delle minoranze, delle lobby. Parlando di omosessuali e coppie gay il generale afferma: "normali non lo siete, fatevene una ragione!". E ancora: "la normalità è l'eterosessualità. Se a voi tutto sembra normale, invece, è colpa delle trame della lobby gay internazionali".
Commentando la polemica sorta su queste affermazioni, l'autore del libro spiega che "la frase sugli omosessuali viene da uno, ovvero io, che è scappato tutta la vita dalla normalità: per questo dico che sono a fianco degli omosessuali nella caratteristica di essere al di fuori della normalità. Nel libro spiego che l'anormalità non è migliore o peggiore, non è buona o cattiva". Nella quarta di copertina Vannacci prende posizioni contro coloro che, a suo dire, definiscono "civiltà e progresso" quando gli "occupanti abusivi delle abitazioni prevalgono sui loro legittimi proprietari; quando si spende più per un immigrato irregolare che per una pensione minima di un connazionale e quando le città si trasformano in luoghi per single benestanti e alternativi mentre lavoratori, operai e famiglie sono costretti ad abbandonarle". Parlando della legittima difesa il generale, che si definisce erede di Giulio Cesare, non usa giri di parole. Per l'ex parà se un ladro entra in casa "perché non dovrei essere autorizzato a sparargli, a trafiggerlo con un qualsiasi oggetto mi passi tra le mani", "se pianto la matita che ho nel taschino nella giugulare del ceffo che mi aggredisce, ammazzandolo, perché dovrei rischiare di essere condannato?". Nel testo anche riferimenti alla questione migranti e alle "discutibili regole di inclusione e tolleranza imposte dalle minoranze".
Parlando di Paola Egonu, campionessa di volley, Vannacci sostiene che è "italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l'italianità". Parole e frasi che scatenano la polemica delle opposizioni, che chiedono un intervento del Governo.
Per Piero Fassino, deputato del Pd, le "necessarie dissociazioni non sono sufficienti. Ci aspettiamo un immediato e adeguato intervento del Ministro Crosetto e dei vertici delle nostre Forze armate". Sulla stessa lunghezza il segretario di Si Nicola Fratoianni, per il quale "quello che non è normale nel nostro Paese è che un alto ufficiale dell'Esercito Italiano si metta pubblicamente a esprimere giudizi incommentabili, insulti omofobi e razzisti, pregiudizi e stupidaggini". Una netta condanna su quanto scritto dall'alto graduato arriva dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, e dall'Anpi: "si tratta di un concentrato di omofobia e volgarità di rara violenza verbale che lede l'onore delle Forze Armate verso cui l'intero Paese nutre stima e rispetto", afferma il presidente Gianfranco Pagliarulo.