"Il mondo al contrario" è in testa alla vendite su Amazon Italia e resta di tendenza l''hashtag #iostoconVANNACCI. Ma con buona pace delle opposizioni, che da giorni chiamano in causa Giorgia Meloni, la premier resterà in silenzio e fuori dalla polemica che ha coinvolto i suoi vicepremier - Salvini pro e Tajani contro il generale della Folgore -, il suo ministro della Difesa Crosetto (fondatore con lei e La Russa di Fdi) e diversi suoi colonnelli. Oggi è il giorno in cui si posano le polveri e il parà, assai lusingato dalla telefonata di Salvini, fa sapere di essere stato "contattato da altri esponenti politici". "Non farò i nomi - resta coperto -, se vorranno renderli pubblici lo faranno loro. Ho ricevuto tantissimi messaggi e manifestazioni di supporto". L' Esercito comunica invece che è stata avviata l'inchiesta interna e "ieri il generale di divisione Roberto Vannacci è stato avvicendato nel suo incarico dal generale di divisione Massimo Panizzi, suo superiore diretto lungo la catena gerarchica. Il generale Panizzi, nel mantenere le funzioni di Comandante dell'Area Territoriale del Comando delle Forze Operative Terrestri, ha assunto anche il comando dell'Istituto geografico militare di Firenze".
Questo "per tutelare sia l'Esercito sia il generale Vannacci, sovraesposto mediaticamente dalla vicenda legata al suo libro. Vannacci si è dunque detto "a disposizione del mio superiore per incarichi vari". La polemica si spegne? Tutt'altro. "Sintetizzerei così: siccome Meloni prova a fare Draghi, Salvini prova a fare Meloni e Alemanno prova a fare Vannacci. Ma se Meloni facesse Meloni, Salvini farebbe il moderato e Alemanno farebbe quello che ha sempre fatto, il nulla. È una specie di gioco delle sedie di destra", twitta il leader di Azione Carlo Calenda, presagendo seguiti nell'occupare spazi politici a destra del governo di destracentro. Magari con una candidatura di Vannacci alle prossime Europee.
"L'unico partito a cui converrebbe candidarlo è la Lega", sentenzia al riguardo il sottosegretario azzurro Vittorio Sgarbi. Intanto Matteo Salvini conferma il suo proposito di dedicarsi alla lettura del libro, libero di valutarlo perchè non siamo in un regime sovietico o coreano. "Siamo in un Paese libero, siamo in Europa, siamo nel 2023 se a uno non piace un libro non lo compra, se uno non è d'accordo con una idea la contesta, però il linciaggio, il rogo, lo facevano con la caccia alle streghe qualche secolo fa", spiega.
"Per quello che riguarda il dibattito su omosessuali o etero sessuali io ritengo che sia assolutamente superato - aggiunge il vicepremier leghista -. Per me ci sono uomini, donne, ragazzi, ragazze. Poi se uno è omosessuale, eterosessuale, bisessuale, pansessuale, transessuale è una scelta sua, siamo in un Paese libero e ognuno vive la sua vita privata, la sua sessualità come vuole". Con il Corsera il ministro della Difesa Crosetto fa un bilancio sereno: "Rifarei quello che ho fatto perché il ministro alla Difesa, di tutti i cittadini italiani e di tutti i militari, doveva agire così. Non ho parlato e non mi sono mosso da esponente politico, ma, trattandosi di una cosa che toccava il mio ministero, da rappresentante delle istituzioni". "Non considero 'amico' nessuno di quelli che hanno parlato di me, mistificando la realtà e senza nemmeno capire che io non parlavo delle libertà di opinioni di una persona, ma di rispetto delle regole e delle istituzioni", chiosa amaro in risposta a chi gli chiede se si senta vittima di fuoco amico.
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