Cronaca

Alla Beauty Week talk sulla cura di sé anche nella malattia

'Fondamentale sentirsi belle anche durante terapia oncologica'

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 30 SET - "Ci sono circa 60mila donne che si operano di tumore mammella ogni anno in Italia e ci sono 800mila donne viventi che hanno avuto nella loro vita questa diagnosi.
    Il problema della bellezza, dello stare bene nel proprio corpo e di vivere una vita normale il più possibile è fondamentale". Lo ha spiegato Lucio Fortunato, direttore del centro di senologia dell'ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, intervenendo al talk 'La forza e il sorriso Onlus - La bellezza della cura di sè', che si è tenuto questo pomeriggio a Palazzo Giureconsulti nell'ambito della Milano Beauty Week.
    "L'immagine corporea sulla nostra psiche e l'impatto che ha sono estremamente importanti - ha aggiunto -,anche per noi medici, perché le donne che hanno un'immagine corporea migliore sono donne che possono affrontare la malattia con noi nel modo migliore".
    Oltre al professionista, hanno preso la parola sul tema anche Benedetta Fiorini, deputato della XVIII legislatura, e Anna Segatti, presidente de La Forza e il Sorriso Onlus che, con il patrocinio di Cosmetica Italia, organizza laboratori di bellezza per le donne in trattamento oncologico. "Bisogna intraprendere una battaglia culturale anche in questo senso - ha detto Fiorini -, non ci possono essere donne di serie A e serie B, soprattutto davanti alla malattia. Qui lo Stato deve intervenire e il percorso spesso è troppo lento. La politica deve essere più veloce, più concreta e partire dall'ascolto".
    Come ha ricordato Segatti, in Italia l'associazione è presente dal 2006-2007 con "più o meno 500 volontari che seguono i laboratori", oltre "30 aziende che sono rappresentative di 34 brand". In questi anni "abbiamo svolto 4.300 laboratori - ha aggiunto -, ai quali hanno partecipato circa 20.500 donne. Il 99,4% dice di sentirsi meglio, di sentisi più bella, rassicurata. Lo 0,6 dice che si sente come prima, ma quelle sono le donne già forti di loro. Nei laboratori entrano molto titubanti, ma ne escono veramente entusiaste". (ANSA).
   

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