(ANSA) - CAGLIARI, 09 OTT - In Italia dalle 30 alle 50mila
donne immigrate sono vittime di sfruttamento sessuale. Molte
sono giovani che arrivano dall'Africa sub sahariana, ma tante
provengono da Est Europa, America Latina, Nordafrica e Cina.
Il fenomeno in Italia, ha spiegato Baturi, riguarda giovani
uomini immigrati, ma anche italiani e italiane, "non
necessariamente vittime di tratta, ma costretti a lavorare in
condizioni servil". Paga oraria non superiore a 2 euro, 5 euro
compreso il pizzo per il caporale. Si tratta di persone molto
giovani, con un livello di istruzione basso (talvolta
analfabete) e molto vulnerabili. Le donne destinate alla
prostituzione in Italia o in altri Paesi europei, già durante il
viaggio si ritrovano in una condizione di semi-schiavitù, e
spesso vengono violentate.
"Purtroppo - ha sottolineato l'arcivescovo di Cagliari - a
causa della manipolazione psicologica che subiscono, diventa a
volte complicato far capire loro come sia possibile liberarsi da
questo debito e dagli sfruttatori". Una sessantina di diocesi si
sono attivate per dare accoglienza e protezione a queste giovani
donne. "Spesso, tuttavia, si sono trovate ad affrontare numerose
e serie difficoltà. Gran parte di queste - ha spiegato Baturi -
derivano dal fatto che il sistema specifico anti tratta non
garantisce un numero sufficiente di posti e l'accoglienza presso
i Cas e gli Sprar non ha permesso di adottare adeguate misure di
protezione. In alcuni casi, poi, sono state stipulate
convenzioni a livello locale in una logica emergenziale a volte
poco strutturata". (ANSA).
Baturi (Cei), in Italia 30-50mila immigrate sfruttate per sesso
E circa 430mila sono a rischio schiavitù lavorativa