Manifestazioni nelle università a Padova e a Roma per ricordare Giulia Cecchettin e contro i femminicidi. Centinaia di studenti si sono radunati in mattinata nel cortile del corso di laurea in Ingegneria a Padova frequentato da Giulia per un flash mob. Nelle aule l'inizio delle lezioni è stato introdotto da un minuto di silenzio.
Presente anche Emma Ruzzon, presidente del Consiglio degli studenti, secondo cui "dobbiamo riconoscere la matrice di questa morte. Quello di Giulia Cecchettin è un femminicidio, serve avere il coraggio di riconoscere che il sistema in cui siamo è intriso di una profonda e radicata cultura dello stupro. Soprattutto però, deve arrivare l'impegno delle Istituzioni, dello Stato, della Scuola e delle Università". Sempre a Padova, la Rete degli Studenti ha organizzato l'esposizione di striscioni nelle scuole superiori della città, tra cui il liceo Tito Livio, frequentato da Giulia: "Che questa scuola possa cambiare, perché sia davvero l'ultima", recitano.
Diverse centinaia di ragazze e ragazzi anche a Roma si sono riuniti in piazzale Aldo Moro per la manifestazione organizzata dall'associazione Sinistra Universitaria Sapienza davanti all'università. "Per ricordare con rabbia e con amore Giulia Cecchettin e tutte le vittime del patriarcato", scrivono. Si tratta di "un'iniziativa che non ha però colori politici", spiegano i coordinatori di Su. "Se domani non torno, distruggi tutto" si legge su uno striscione. La citazione è tratta dalla poesia contro la violenza di genere scritta dall'attivista peruviana Cristina Torres Cáceres. "Non faremo minuti di silenzio. Bruceremo tutto", sottolineano. "Quanti sacrifici ancora sull'altare del patriarcato?", è la domanda di una ragazza scritta su un cartello.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it