"Temo per l'incolumità di mia figlia Giulia". E' uno dei passaggi che figurano nella prima denuncia di scomparsa presentata ai carabinieri nella giornata di domenica 12 novembre da parte di Gino Cecchettin. L'uomo, riferendo che la figlia aveva sempre comunicato "ogni suo spostamento" se si tratteneva fuori casa, aggiunge che anche l'ex fidanzato Filippo Turetta "non è rientrato a casa", e quindi "temo per l'incolumità di mia figlia".
"Voi siete il futuro, e ognuno di voi sta cercando di capire cosa è mancato a tutti i livelli, dai docenti agli studenti, ai genitori, perché anche io mi faccio delle domande, e magari confrontandoci, cerchiamo di capire cosa si può fare, trovare un protocollo, un modo per poter sradicare la violenza, in particolare la violenza sulle donne", ha detto il padre di Giulia, intervenendo alla posa della panchina rossa all'Università di Padova.
"Non potevo esimermi - ha detto Gino Cecchettin rivolto a centinaia di studenti raccolti nel cortile di Ingegneria - dall'essere qui dove Giulia ha passato gli ultimi anni di studio; anch'io sono un ex studente della facoltà, non sono riuscito a completare il percorso, per questo invito ed esorto gli studenti a tener duro e andare avanti altrimenti avrete un rimorso molto grande per tutta la vita. Però oggi siamo qui, per Giulia, e dobbiamo ricordare che da questo tragico evento deve nascere qualcosa".
Per Cecchettin "vanno bene i messaggi che state dando, vanno bene il silenzio, il rumore, ma quelli poi finiranno, quindi io voglio che tutti i giorni ognuno di noi guardi nella propria vita cosa fare per migliorarla, non nei propri confronti ma nei confronti della persona amata, delle persone vicine, degli amici e soprattutto delle donne. Questo mi sento di dire dal cuore, io mi muoverò perché qualcosa positivo nasca. Giulia non me la ridà nessuno, ma dalla morte di Giulia voglio far nascere tante belle iniziative".
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