(ANSA) - TRIESTE, 10 GEN - Dovrebbe stare in una Rems ma, per
assenza di posti, è da circa 300 giorni ricoverato nel reparto
Diagnosi e cura dell'ospedale Maggiore, con grande dispendio di
risorse umane e fondi, essendo il protagonista piantonato notte
e giorno, da almeno sei agenti penitenziari. Come riporta
TriestePrima è la vicenda di Marino Petronio, "parzialmente
capace di intendere e di volere", che il 16 marzo 2023 uccise il
figlio disabile e fu condannato a una misura di sicurezza in una
Rems.
Il sito triestino riporta anche la dura critica del
Procuratore capo, Antonio De Nicolo: "E' uno autentico
scandalo, che si perpetua nella vergognosa indifferenza delle
istituzioni sanitarie". Petronio, infatti, "non dovrebbe stare
lì, dovrebbe stare in una Rems".
La sera del 16 marzo scorso Petronio, di 67 anni, uccise a
coltellate il figlio, Alberto, di 38, disabile e poi tentò di
suicidarsi. Fu salvato dai sanitari del 118 che trovarono una
scena raccapricciante. Le indagini furono condotte dalla Squadra
mobile e coordinate dal pm Massimo De Bortoli. L'azienda
sanitaria "va solo lodata perché sta contenendo i danni -
continua De Nicolo - e fa anche di più di quello che dovrebbe.
Dall'altra parte, invece, il silenzio delle istituzioni è
assordante".
In Friuli Venezia Giulia le Rems sono tre per un numero
complessivo di 8 posti. (ANSA).
Non ci sono posti in Rems, da 300 giorni è in ospedale
E' un uomo parzialmente capace di intendere che uccise il figlio