Le monetine "riportaci a Roma" piovono anche al Foro, come accade da tempo a Fontana di Trevi. Sul Campidoglio, dalla terrazza che si apre accanto al Tabularium, è diventata a sua volta un'abitudine dei turisti voltarsi di spalle, chiudere gli occhi, e lanciare uno spicciolo verso l'area archeologica nella speranza che il gesto e l'obolo sacrificato siano d'auspicio per tornare un giorno nella città eterna.
Questa suggestiva quinta sul Foro romano è all'angolo tra via Monte Tarpeo e via del Campidoglio, quasi alla sommità del colle sede del governo capitolino. Il panorama che da qui si schiude è da togliere il fiato con il tempio di Vespasiano e Tito che pare sfiorarci. Il luogo è accessibile a tutti ed è una meta obbligatoria per chi visita l'urbe. E proprio sporgendosi dalla balconata e osservando verso il basso, salta poi agli occhi che la parte in lastra metallica rivolta verso il cielo del Portico degli Dei Consenti è ormai diventata una sorta di dinamico mosaico pop cadenzato com'è in lunghezza da migliaia di centesimi ma anche da monete da uno o due euro e di varia altra nazionalità. Da quanto spiegato, infatti, la stessa sottile lastra, installata con l'ultimo restauro per proteggere il Portico, avendo ai lati un bordino rialzato voluto per non far scivolare l'acqua piovana sui marmi, fa in modo che molte monetine restino in bella vista senza finire come tutte le altre sul selciato.
La tradizione di lanciare le monetine a Fontana di Trevi risale secondo alcune fonti, all'Ottocento. A dare il via a questo gesto divenuto poi una tradizione fu l'archeologo tedesco, Wolfgang Helbig, che lasciando la città decise di lanciare una vecchia monetina nella vasca della Fontana di Trevi come buon auspicio per far presto ritorno. Intanto, lo scorso 8 dicembre, la Giunta capitolina ha approvato il rinnovo, per tre anni, del Protocollo di intesa con il Vicariato di Roma per l'utilizzo delle monete raccolte per la realizzazione di attività benefiche, assistenziale e di utilità sociale.
Un'altra vicenda che riguarda Roma e i suoi monumenti, risale al 2006 quando divenne di moda agganciare un lucchetto al cosiddetto palo dell'amore, su Ponte Milvio. Una leggenda metropolitana voleva che se si andava lì, si chiudeva il lucchetto e si buttava la chiave nel Tevere l'innamorato sarebbe stato per sempre con la persona amata. Una leggenda citata in un libro allora cult dei giovanissimi, 'Ho voglia di te'. A Roma la moda arrivò da Firenze dove la statua di Benvenuto Cellini su Ponte Vecchio, era già stata più volte ripulita da centinaia di catene e lucchetti agganciati da giovani innamorati che poi buttano la chiave in Arno.
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