(ANSA) - NAPOLI, 18 GEN - Per il mondo dei parchi giochi
itineranti e delle giostre "dopo il covid la ripartenza è stata
abbastanza lenta, a differenza di altri settori che hanno
ripreso alla grande. Noi facciamo molta fatica perché ora la
piazza ci viene difficilmente concessa dai Comuni".
"Dai Comuni - spiega Uga - c'è una inversione di tendenza,
sembra quasi che dopo due anni senza le nostre giostre adesso ne
possano fare a meno per sempre, dimenticando la funzione sociale
e di aggregazione, il fatto che si tratta di una tradizione
storica che rientra nella più profonda cultura popolare. Gli
amministratori dovrebbero riflettere sul togliere un luna park
ai cittadini. Oggi i Comuni impongono il loro potere e dicono
che nei luoghi dove costruivamo i luna park provvisori oggi col
Pnnr devono costruire un giardinetto con una fontana e che per
il luna park non c'è più spazio. Così però non rispettano la
legge, perchè c'è una norma del '68 secondo cui ogni Comune deve
avere un area per le attività di spettacolo viaggiante e per il
circo".
I no, spiega, arrivano da ogni tipo di Comune e "le grandi
città - dice Uga - ci fanno tribolare ancora di più dei piccoli
Comuni. Cito ad esempio il Comune di Milano che ha un luna park
storico che da 101 anni caratterizza il carnevale. Il Comune
tolse la piazza che veniva usata e per riaverla abbiamo dovuto
fare ricorso al Tar, vincendolo per cavilli formali, ma dovremo
tornare a fare ricorso anche l'anno prossimo".
Le giostre, poi, dice ancora il presidente dell'Anesv, hanno
una forte funzione educativa e formativa con i bambini, che oggi
si perdono col cellulare: "Ho fatto un tour nei luna park
d'Italia, anche in quelli piccoli di paese - spiega Uga - e ho
notato che i ragazzini non usano il cellulare, perché la loro
testa è impegnata a godersi il luna park con gli amici e a
ridere sull'ottovolante". (ANSA).
Dopo il covid luna park in crisi, l'sos degli operatori
"I Comuni non concedono le piazze, ma così si perdono emozioni"