Cronaca

Quel timbro falso di Larino che aiutò gli ebrei a Nonantola

Stratagemma religiosi Villa Emma per impedire ogni controllo

Redazione Ansa

(ANSA) - LARINO, 27 GEN - L'idea 'geniale' fu quella di individuare un comune al di là della linea del fronte per cui fosse impossibile ogni controllo. E poi quel timbro, ovviamente falso: si salvarono cosi tanti giovani ebrei salvi grazie appunto a documenti falsificati col timbro, falso e anche non proprio conforme, del Comune di Larino.
    La riscoperta dell'episodio si deve a Giuseppe Mammarella, Responsabile dell'Archivio Storico Diocesano di Termoli-Larino attraverso le gesta di Don Arrigo Beccari, il religioso che salvò i ragazzi ebrei nascosti a Villa Emma a Nonantola.
    "La morte del sacerdote che si oppose all'Olocausto - scrive Mammarella - servendosi di documenti contraffatti recanti un bollo falsificato del Comune di Larino, mi indusse ad effettuare ulteriori ricerche per scoprire l'esatta motivazione della scelta della città frentana, come luogo di provenienza degli ebrei. L'unica ragione ritenuta sufficiente fu quella della incontrollabilità da parte dei tedeschi in quanto Larino, all'epoca dell'espatrio dei giovani ebrei, era stata già occupata dagli anglo-americani".
    Dopo l'8 settembre del 1943, il rischio di deportazione e morte si fece tangibile anche per coloro che avevano la dimora a "Villa Emma". "Nel giro di breve tempo i ragazzi ed i loro accompagnatori, prima di essere portati in salvo, vennero nascosti in gran parte nel locale seminario ed altri presso varie famiglie del posto.
    L'idea di utilizzare un timbro a secco del Comune di Larino, raffigurante, però, non l'ala su campo azzurro, ma uno stemma di fantasia formato da cinque fasce verticali contenute nello scudo, maturò all'interno della sacra istituzione nonantolana.
    Senza alcun dubbio questa decisione fu presa appena lì giunse la notizia che la città frentana era stata o stava per essere liberata dagli anglo-americani - spiega Mammarella -. Le truppe alleate sbarcarono sulla costa molisana il 3 ottobre del 1943 e pochi giorni dopo, tra il 10 ed il 12 ottobre entrarono a Larino". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it