Lo studente di 17 anni, arrestato per aver accoltellato Sara Campiglio in un istituto professionale di Varese, incolpava la docente della bocciatura al terzo anno. E' quanto risulta dalle indagini degli investigatori della Squadra Mobile di Varese. Per la Procura dei minori l'aggressione è stata premeditata ma sarebbe maturata in modo solitario, senza che lo studente avesse accennato a qualcuno delle sue intenzioni. I suoi social e il cellulare sono analizzati ma, al momento, nessuna traccia di confidenza o messaggi rivelatori dei suoi propositi. Il movente, dunque, è da ricercarsi nella bocciatura al terzo anno.
"Voleva uccidere, non c'è assolutamente una ragione per questa cosa, va fermato, va curato perché potrebbe rifarlo", dicono i parenti di Sara Campiglio. "Non so come sia successa una cosa del genere - ha detto la donna ai famigliari - perché ho sempre seguito passo dopo passo tutti miei studenti".
Al ragazzo, arrestato per tentato omicidio, è contestata la premeditazione, dedotta anche dal fatto che lo studente si sia portato il coltello da casa. Contestate poi le aggravanti dei futili motivi e dell'aver agito contro un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sua funzioni. La richiesta di convalida dell'arresto è stata presentata al gip.
"Mi occupo di orientamento e sistemi educativi. Sono la referente dell'area fragilità" dell'Enaip di Varese: Sara Campiglio raccontava così nel 2020 il suo lavoro in una intervista a Radio Missione Francescana. "Solitamente - aggiungeva - mi affianco ai docenti e ai ragazzi nei momenti più complessi della loro storia di presenza a scuola e in tirocinio". Campiglio, ora 57 anni, parlava però poco di sé ma piuttosto dei progetti portati avanti dalla scuola con lo scopo di "farci carico appieno dell'adolescente in formazione e dedicare non solo azioni legate allo sviluppo delle competenze tecnico professionale ma anche azioni dedicate allo sviluppo dell'io della parte emotiva, più evolutiva della psiche".
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