La sintesi giunge dopo quasi due ore di vertice di maggioranza a palazzo Montecitorio. L'emendamento al decreto Milleproroghe sull'Irpef agli agricoltori alla fine arriva dal governo e raccoglie i plausi di una maggioranza in fibrillazione. La proposta di modifica, che verrà presentata nelle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, prevede l'esenzione del pagamento dell'Irpef per i redditi agrari e dominicali fino a 10 mila euro, come già annunciato. La novità riguarda invece la riduzione del 50% dell'importo da pagare per i redditi tra i 10 mila e i 15 mila euro. "Alla luce della pubblicazione sul sito del ministero dell'Agricoltura del tavolo tecnico, siamo pronti a smobilitare il presidio", annuncia Maurizio Senigagliesi, uno dei portavoce di Riscatto agricolo che promette "nel giro di due o tre giorni" l'uscita dei trattori. Anche tra le forze di maggioranza prevale la soddisfazione tanto da far dire alla stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni di vedere una "maggioranza compatta", nonostante le "sfumature diverse", che semmai per la premier sono un "valore aggiunto, altrimenti saremmo un partito unico, mentre noi stiamo insieme per scelta". "Quando c'è da trovare delle soluzioni - rilancia - le troviamo sempre". Ma la tensione tra Lega e Fratelli d'Italia non sembra voler calare. Secondo quanto riferiscono fonti parlamentari, l'intesa sul provvedimento certificherebbe il raggiungimento di un accordo, "che si deve al lavoro congiunto dei ministri Giorgetti, Lollobrigida e Ciriani e del viceministro Leo". Le ore che precedono l'annuncio, però, raccontano una frizione evidente tra le forze di governo, con la Lega che continua ad alzare l'asticella proponendo la soglia di esenzione dell'Irpef agricola fino a 30 mila euro. E non solo. Perché Matteo Salvini, proprio quando è in corso la riunione di maggioranza, convoca il suo partito. Che con una nota rilancia: "incrementare l'esenzione Irpef". Mossa letta da alcuni in maggioranza come un forte elemento di disturbo al complicato lavorio verso l'intesa. Qualche istante dopo l'annuncio del provvedimento, fonti della Lega esprimono "grande soddisfazione per la determinazione del governo a rivedere il provvedimento sull'Irpef, così come richiesto sin dalla scorsa settimana da Matteo Salvini". Parole che in molti interpretano come una rivendicazione, dopo giorni in cui il partito del ministro dei Trasporti aveva tenuto alto il livello dello disputa. Dalle parti di Fratelli d'Italia c'è chi legge l'emendamento come una sfida lanciata proprio alla Lega. Secondo alcuni, quella che doveva essere una proposta di modifica del relatore, diventa un'emendamento governativo proprio per evitare che il partito di Salvini possa pianificare ulteriori proposte dell'ultimo minuto. "Ora Molinari proporrà di modificare un emendamento del governo?", si lascia sfuggire qualcuno. Resta da capire quale ministro apporrà la propria firma sotto all'emendamento, ma intanto la contesa per intestarsi il provvedimento è già cominciata. Del resto, Fratelli d'Italia non rimane a guardare un alleato che decide di inasprire il conflitto anche al Senato. Dove i leghisti presentano un emendamento al decreto elettorale che apre al terzo mandato per i sindaci (anche delle grandi città) e per i presidenti di Regione. Iniziativa che peraltro rallenterebbe la discussione del premierato, in discussione nella stessa commissione Affari costituzionali. La controffensiva di FdI arriva con un emendamento non gradito alla Lega, che permette ai fuori sede di votare. "Se Salvini vuole giocare alla guerra con mezzi pesanti - spiega qualcuno - noi la facciamo con una cosa che riguarda 4 milioni di persone".
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