(ANSA) - CATANIA, 17 FEB - "La fattispecie concreta in cui si
trova la giovanissima Sarah non è disciplinata da alcuna norma,
perciò va risolta col buon senso. Questa ragazza è nata a
Catania, in questa città ha lasciato la mamma e tre fratelli
solo perché rapita dal padre.
La giovane era tornata nell'isola, su un barcone approdato a
Pantelleria, per raggiungere la madre che era rimasta a Catania.
A presiedere l'udienza della prima sezione civile del Tribunale
sarà il giudice Rosario Maria Cupri.
"La giovane Sarah - spiega il penalista nelle note - è stata
costretta a raggiungere Catania, la mamma e i fratellini, con un
gommone, dopo un viaggio di quattordici ore, per colpa della
burocrazia del nostro Paese. Adesso è finalmente tornata a casa
propria, con la sua mamma e i suoi fratelli: né politica né
diritto possono permettersi di dire che Sarah non sia in casa
propria!"
Nelle note, in maniera preliminare, l'avvocato Lipera
contesta un passaggio della memoria presentata dall'Avvocatura
dello Stato per conto della Questura di Trapani in cui si
afferma, ricostruisce il penalista nell'atto depositato, "è
bene, però, subito fugare ogni dubbio in relazione alle
farneticanti elucubrazioni - dal valore più politico che
giuridico - sulla cittadinanza della ragazza". Per il legale la
frase è "assolutamente offensiva e ingiuriosa oltre che errata,
inappropriata per un atto difensivo e del tutto superflua" e ne
chiede "l'immediata cancellazione dagli atti di causa",
riservandosi di "di ricorrere alle Autorità competenti al
riguardo". (ANSA).
Nata in Sicilia ci torna su barcone, ricorso contro espatrio
Legale contesta Avvocatura Stato su 'farneticanti elucubrazioni'