(ANSA) - BARI, 21 FEB - Mario e Carlo, gemelli eterozigoti,
vengono abbandonati dalla madre dopo la loro nascita, il 9
gennaio del 1963 al Policinico di Bari, e si ritrovano dopo 13
anni per caso, scoprendo per la prima volta di essere fratelli.
La storia è raccontata da Telebari. Mario e Carlo, che oggi
hanno 61 anni, a solo 11 mesi sono stati adottati da due
famiglie diverse. Hanno vissuto per 13 anni a pochi chilometri
di distanza in due paesi della provincia di Bari, convinti di
non avere fratelli e senza sapere di essere stati adottati. Poi
il destino li ha fatti incontrare a bordo di un bus mentre
andavano nella stessa scuola che frequentavano entrambi senza
conoscersi. Interessi e abitudini simili, diventano subito
amici. E un giorno Mario invita Carlo a pranzo a casa sua a
Terlizzi. In quella occasione il padre adottivo di Mario, che
come i genitori adottivi di Carlo conosceva la loro vera storia,
gli domanda se fosse nato anche lui il 9 gennaio del '63 e se
venisse da Mariotto. In quel momento, i due ragazzini non danno
molto peso alla cosa e pensano sia semplicemente una
coincidenza. Poi, morta la madre adottiva di Carlo, le due
famiglie si incontrano e decidono di dire tutta la verità a
Mario e Carlo: "Siete gemelli, figli della stessa donna, vi
hanno separato in culla". "Siamo scoppiati a piangere e ci siamo
abbracciati - dice Mario - credevo di essere figlio unico e
scoprire di avere un fratello è stata una cosa meravigliosa ma
allo stesso tempo abbiamo capito che eravamo cresciuti nella
menzogna". "Devo ammettere - precisa all'ANSA Mario - che anche
prima di scoprirlo dai nostri genitori adottivi sentivamo che
c'era tra di noi un legame speciale. Il sangue non diventa mai
acqua". La moglie di Mario, Francesca, ricorda quando sua
suocera le disse che in orfanotrofio Mario e Carlo erano nella
stessa culla e i medici le chiesero se li volesse entrambi per
non separarli. Ma lei decise di adottarne solo uno. Ora Mario
sta cercando sua madre biologica perché vuole conoscerla e
chiederle come mai li abbia abbandonati. (ANSA).
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