(ANSA) - ROMA, 29 FEB - Ventisette indagati, due ai
domiciliari e otto società sottoposte ad accertamento. Circa
860mile euro e 11 mezzi sequestrati.
Le attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti
partivano da due impianti del Viterbese, dove venivano accettati
e gestiti abusivamente ingenti quantità di rifiuti speciali ed
urbani da cui ricavarne le componenti metalliche di valore
commerciale.
I rifiuti venivano conferiti da una pluralità di soggetti, in
assenza della prescritta iscrizione all'Albo Nazionale dei
Gestori Ambientali ed in assenza della prevista documentazione
ambientale. Venivano poi gestiti negli impianti viterbesi in
difformità a quanto previsto dalle autorizzazioni e dal decreto
di riferimento ed omettendo la corretta compilazione dei
registri. Molti rifiuti indesiderati venivano smaltiti
illecitamente nel territorio Viterbese: abbandonati o bruciati
al suolo.
Il sistema organizzato e gestito da due campani prevedeva che
i metalli, specie il rame, fossero nascosti e trasportati su
autoarticolati, senza o con falsa documentazione ambientale. I
rifiuti di metallo venivano poi venduti ad una società del
Casertano, senza le adeguate operazioni di recupero e
trattamento necessarie per la cessazione della qualifica di
rifiuto prevista per legge, per poi essere commercializzati
presso un altro stabilimento vicino. (ANSA).
Traffico rame e piombo dal Viterbese al Casertano, 27 indagati
Due ai domiciliari, scarti abbandonati o bruciati nella Tuscia