Cinque denunce di presunte vittime dell'ex padre gesuita Marko Rupnik sono state depositate questa mattina al Dicastero della Dottrina della Fede dove è in corso una indagine. Nell'ottobre scorso, era stato lo stesso Papa Francesco a riaprire il caso dell'ex gesuita sloveno e noto mosaicista, disponendo una speciale deroga alle norme sulla prescrizione. Le testimonianze di presunti abusi subiti sono state depositate dall'avvocato delle donne vittime, Laura Sgrò. Si tratta di due già note, e altre tre non ancora conosciute.
Nel febbraio scorso erano venute allo scoperto per la prima volta in pubblico due presunte vittime del gesuita Rupnik.
Si tratta di Mirjiam e Gloria, due donne slovene ex componenti della Comunità Ignazio di Loyola. "Ci siamo conosciute in comunità - ha spiegato in una conferenza stampa Mirjam con al fianco Gloria - eravamo tutte ragazze giovani, piene di ideali ma proprio questi ideali insieme alle nostra formazione all'obbedienza sono stati sfruttati per abusi di vario genere: di coscienza, di potere, spirituali, psichici, fisici e spesso anche sessuali".
"Ci siamo trovate davanti a un muro di gomma - hanno detto in una conferenza stampa presso la sede della Stampa Estera a Roma -, che il muro si sgretoli". Le vittime sono due ex suore, una italiana e l'altra slovena. Gloria, quella italiana, ha raccontato la sua storia, fin dai tempi in cui giovane studentessa di medicina a Roma conobbe Rupnik che era già considerato un padre spirituale di riferimento.
"All'inizio - ha detto - mi sono sentita disorientata, confusa perchè Rupnik è entrato nel mio mondo spirituale deformando anche la mia relazione con il Signore, è entrato con l'autorità del padre spirituale, del confessore e anche come garante del carisma della nascente comunità". Una storia fatta di abusi, ha detto, ma soprattutto "un vero abuso di coscienza", in cui dominavano "manipolazione e plagio", "Rupnik è in grado di manipolare molte persone attorno a sè creando una rete di contesto molto ampia, era un contesto abusante".
"Oggi abbiamo raccontato la nostra storia, il nostro desiderio è che venga riconosciuta la verità, il torto che abbiamo subito, che ci sia data anche una visibilità perché noi siamo tante ma ci chiedono il silenzio, di scomparire in qualche modo, ci discreditano e non è più accettabile". Lo dice Gloria, una delle due ex suore della Comunità di Loyola che oggi ha pubblicamente parlato degli abusi psichici e sessuali subiti dal sacerdote gesuita Marko Rupnik, anche noto artista.
Gloria ha risposto a una specifica domanda su che cosa voglia dire a papa Francesco proprio oggi, giorno del quinto anniversario del summit sugli abusi sui minori indetto dallo stesso Francesco in Vaticano. Secondo le due ex suore che sono venute oggi allo scoperto, sono circa una ventina le religiose abusate all'interno della Comunità negli anni su un totale di 40 membri.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it